Le persone che scelgono di condividere la propria vita con un amico a quattro zampe conoscono bene il profondo legame di affetto che si crea con il proprio animale e quanto sia importante salvaguardarlo dalle situazioni pericolose in cui potrebbe ritrovarsi.
Purtroppo episodi di crudeltà verso gli animali non sono così rari: l’ultimo a Tagliacozzo ha provocato lo sdegno del web verso coloro che commettono un atto tanto vile quanto spietato.
Ci si domanda spesso cosa possa portare ad un comportamento del genere, ma è difficile dare una risposta a questo interrogativo. Qualsiasi tipo di disturbo che i cani possono arrecare, come ad esempio qualche abbaiata notturna o gli escrementi abbandonati sui marciapiedi spesso a causa dell’inciviltà di certi padroni, non potrebbe mai giustificare un atto di questo tipo.
La legge parla chiaro: avvelenare gli animali è un reato sanzionato dall’articolo del codice penale 544-bis e anche se l’animale si salva, si configura comunque un reato di maltrattamento (articolo 544-ter). Il proprietario dell’animale colpito, inoltre, è tenuto a sporgere denuncia alle autorità.
Fra l’altro, le esche velenose sparse nei giardini o per la strada possono costituire un pericolo anche per la salute e l’incolumità delle persone, oltre che danneggiare l’ambiente. Per questo motivo, in caso di avvistamento di bocconi sospetti è importante allertare immediatamente il Comune di competenza perché provveda immediatamente alla verifica dell’effettiva pericolosità delle esche ritrovate e bonifichi il terreno, oltre ad avvisare i cittadini tempestivamente.
Cosa fare però concretamente per il nostro amico a quattro zampe se si sospetta che abbia ingerito un boccone avvelenato?
Naturalmente l’attenzione e il controllo sono i primi fondamentali comportamenti da adottare quando si portano a spasso i propri animali, per prevenire un grave incidente che potrebbe portare a fatali conseguenze. Secondo Lorena Castillo, responsabile del nuovo sito PAZZIPERGLIANIMALI, esistono una serie di consigli e strategie da adottare per ridurre i rischi legati all’avvelenamento da esca.
Prevenire è la miglior strategia: le aree maggiormente a rischio per la presenza di bocconi avvelenati sono solitamente le riserve di caccia, dove le esche vengono sparse con l’intento di eliminare i predatori animali. Purtroppo però, il cibo che attira questi predatori è ugualmente gradito anche ai cani. Ecco quindi perché sarebbe meglio passeggiare in queste zone facendo indossare al cane una museruola, o quantomeno tenerlo al guinzaglio per controllare l’area alla loro portata e impedire che raccolgano e ingeriscano cibo sospetto.
Anche nelle zone metropolitane, purtroppo, questo comportamento è frequente e spesso utilizzato da persone incivili che cercano talvolta di arginare il fenomeno del randagismo. Oltre a tenere sempre i cani al guinzaglio, sarebbe molto importante educare i cani attraverso un corso con un addestratore certificato a non raccogliere cibo da terra.
Se invece è troppo tardi e l’animale ha già ingerito un boccone sospetto o avvelenato, meglio evitare rimedi casalinghi o appresi tramite il passaparola: il classico acqua e sale o l’acqua ossigenata per provocare il vomito spesso non hanno alcun effetto se somministrati a basse dosi. Al contrario, un eccesso di questi intrugli può causare seri danni all’organismo di un cane. Dunque, meglio rivolgersi immediatamente alla guardia medica veterinaria e nel frattempo cercare di tenere tranquillo l’animale.
Attenzione anche ai sintomi che si presentano fino a 48 ore dopo l’ingestione del boccone: a seconda del tipo e del dosaggio del veleno, il cane presenterà apatia, sbalzi di temperatura, tremori, convulsioni, respiro affannoso, sangue nel vomito o nelle feci o emorragie. Anche in questi casi meglio recarsi al più presto dal veterinario.
Per sensibilizzare la popolazione e tentare di arginare questa pratica incivile e crudele, è assolutamente fondamentale ricordarsi di denunciare sempre i ritrovamenti di bocconi o persone sospette, oltre al decesso di un animale domestico o selvatico, per arginare questo fenomeno identificando al più presto gli avvelenatori.