Avezzano. I carabinieri tentano di far scendere i manifestanti dal tetto della Santa Maria, ma non ci riescono. Erano da poco scattate le 13 quando un rappresentante delle forze dell’ordine è salito sull’autoscala dei Vigili del fuoco per dialogare con i dipendenti sul tetto in segno di protesta da giorni.L’obiettivo era quello di convincere i manifestanti a scendere dal tetto, ma non c’è stato nulla da fare. I dipendenti della clinica sono pronti a protestare ad oltranza fino a quando non gli verranno date delle certezze. Ieri pomeriggio i lavoratori hanno incontrato in Comune il sub commissario regionale alla Sanità Giovanna Baraldi, la curatrice fallimentare del gruppo Giuseppina Ivone, il direttore generale della Asl, Giancarlo Silveri e il sindaco di Avezzano Antonio Floris. Nel corso della riunione è emersa la possibilità di vendere la clinica con l’accreditamento di 22 posti letto per i reparti di Chirurgia e Ginecologia, con un budget di oltre quattro milioni di euro. Un’ipotesi che non sarebbe stata disdegnata dalla Baraldi. Ora però i lavoratori, prima di interrompere la protesta, chiedono un documento ufficiale firmato dalla Barldi.
Avezzano. I carabinieri tentano di far scendere i manifestanti dal tetto della Santa Maria, ma non ci riescono. Erano da poco scattate le 13 quando un rappresentante delle forze dell’ordine è salito sull’autoscala dei Vigili del fuoco per dialogare con i dipendenti sul tetto in segno di protesta da giorni.L’obiettivo era quello di convincere i manifestanti a scendere dal tetto, ma non c’è stato nulla da fare. I dipendenti della clinica sono pronti a protestare ad oltranza fino a quando non gli verranno date delle certezze. Ieri pomeriggio i lavoratori hanno incontrato in Comune il sub commissario regionale alla Sanità Giovanna Baraldi, la curatrice fallimentare del gruppo Giuseppina Ivone, il direttore generale della Asl, Giancarlo Silveri e il sindaco di Avezzano Antonio Floris. Nel corso della riunione è emersa la possibilità di vendere la clinica con l’accreditamento di 22 posti letto per i reparti di Chirurgia e Ginecologia, con un budget di oltre quattro milioni di euro. Un’ipotesi che non sarebbe stata disdegnata dalla Baraldi. Ora però i lavoratori, prima di interrompere la protesta, chiedono un documento ufficiale firmato dalla Barldi.