Scurcola Marsicana. Caso biolite: la Corte d’appello dell’Aquila sospende l’efficacia esecutiva della sentenza. Una boccata d’ossigeno è arrivata nei giorni scorsi per il Comune di Scurcola Marsicana che, in base a quanto deciso in primo grado l’ente doveva pagare 1milione e 165mila 836,88 euro di risarcimento a 19 aziende italiane che negli anni 90′ scaricarono fanghi sui Piani Palentini. La sentenza aveva destato preoccupazione tra gli amministratori di Scurcola che rischiavano di dover dichiarare il dissesto finanziario. Nei giorno scorsi, però, la Corte d’appello ha sospeso tutto sollevando di fatto il sindaco Vincenzo Nuccetelli e tutto il Comune di Scurcola. “Sono molto sollevato e penso che la decisione presa sia comunque un buon segnale”, ha spiegato il primo cittadino Nuccetelli, “oltre al pericolo di mettere il Comune in ginocchio, il relatore avrà valutato, sia pure in maniera sintetica, la fondatezza dei motivi dell’appello proposto. Vedo con ottimismo questa decisione». Per l’ultima parola, però, bisognerà aspettare settembre 2016 quando ci sarà la sentenza definitiva. Il Comune di Scurcola, infatti, aveva chiesto un risarcimento danni alle 19 aziende italiane per inquinamento dei terreni. In primo grado, però l’ente è stato condannato a sua volta a risarcire le società perché non c’era stato alcun tipo di inquinamento. “Dovremo sicuramente vincolare nel prossimo bilancio di previsione, come già fatto in autunno in sede di equilibri e di assestamento”, ha concluso il sindaco, “una cifra che confluirà in un fondo rischi e spese legali, per rimediare ad una malaugurata pronuncia negativa. Per il resto cercheremo di portare avanti l’ordinaria amministrazione e qualche intervento programmato”.