Fiducia piena o voto. Silvio Berlusconi dal Portogallo torna a giurare che “nulla” lo fermerà, se Camera e Senato non gli confermeranno un pieno mandato a governare e a fare le riforme, dal tornare a chiedere il voto degli italiani. Per vincere, fa sapere a Fini, Casini e a tutti gli altri, “anche con un’alleanza di vero centrodestra”. Accetta domande sull’umidità? Chiede un cronista al premier, che dopo mesi si concede in conferenza stampa per raccontare il vertice Nato dove Obama e Medvedev lo hanno abbracciato e coperto di complimenti, ha avuto sette bilaterali e ha siglato accordi storici sul nuovo concetto strategico dell’Alleanza, sui rapporti Nato-Russia, sull’exit strategy dall’Afghanistan. Quando il Cavaliere vuole scansare domande sulle cose italiane lo fa raccontando una storiella che si conclude con la frase “dell’umidità parliamo un’altra volta”. Stavolta invece, di ottimo umore, apre i rubinetti. Sul consiglio di Umberto Bossi di andare alle urne anche dopo aver avuto la fiducia glissa: “Non l’ho ancora ascoltato”. “Ma ho le idee chiarissime – va all’attacco un attimo dopo -. Penso che avremo una buona fiducia, con buoni numeri che ci dovrebbero consentire di governare” approvando cioè quelle riforme “che il Parlamento, con la fiducia che votata recentemente, ci ha dato l’ordine di realizzare”. Quindi l’avvertimento: nessun governo tecnico, né Berlusconi-bis, né alchimie diverse. “Se sarà possibile continueremo. Altrimenti credo che nulla possa opporsi al ritorno dagli elettori”. Nulla, dice il premier, intendendo certo anche nessuno. “Con tutte le notizie e i sondaggi veri che abbiamo – garantisce – noi avremo una ottima affermazione sia per quanto riguarda la Camera che per quanto riguarda il Senato”.