Avezzano. Ben 50mila telefonate al 118 ogni anno in tutta la provincia, ma gli interventi alla fine sono solo 15mila. E’ quanto assicura il direttore dell’Unità operativa di urgenza ed emergenza della Asl, Gino Bianchi, che dopo l’episodio che ha visto un anziano di Gioia attendere per due ore l’arrivo dell’ambulanza a causa di un numero di interventi superiore a quello delle ambulanze a disposizione sul territorio interviene rendendo noti i numeri del 118. “Buona parte degli interventi”, spiega, “viene eseguita nella Marsica dove si rispettano gli standard vigenti nel territorio nazionale». «Ma per un servizio efficiente», sottolinea Bianchi, «bisogna evitare richieste improprie». Secondo i dati raccolti dalla centrale operativa, infatti, queste non mancano. Basti pensare che le telefonate che arrivano al centralino del 118 sono circa 50mila, compresi chiamate per errore, oppure richieste di informazione. Meno di un terzo, però, si concretizzano in interventi. Quindi significa che 35mila telefonate non avevano una reale necessità di intervento da parte dei mezzi di soccorso. Riguardo all’episodio avvenuto la scorsa settimana nella Marsica, secondo Bianchi la chiamata da gioia è arrivata alle 8.52 del 16 settembre, e l’ambulanza di Pescina viene deviata verso un caso di maggiore gravità clinica. Contemporaneamente, secondo i dati della centrale, sono state interpellate diverse ambulanze di volontariato. Ha risposto la Croce Rossa di Lecce nei Marsi che però alle 9.37 è stata anch’essa deviata verso un caso di maggiore gravità. Alle 9.54 la Misericordia di Celano ha dato la propria disponibilità ed è stata inviata a Gioia dei Marsi dove è arrivata alle 10.25. Secondo il direttore del servizio di 118, quindi, nonostante le coincidenze l’attesa è stata contenuta a un’ora e mezza trattandosi, inoltre, di un codice verde, quindi quelli meno gravi. «Pur nella convinzione che tutto sia migliorabile», afferma Bianchi, «ritengo che la distribuzione del servizio di emergenza nella nostra provincia sia abbastanza soddisfacente e risponde ampiamente agli standard nazionali. Ma la caratteristica orogeografica del territorio, vasto e poco densamente abitato, con centri sparsi in ogni dove, comporta necessariamente qualche lacuna, a meno che non si voglia prevedere di dotare ogni paese di un mezzo medicalizzato, ma questa è pura utopia».