Civitella Roveto. È stato condannato a 5 mesi e 10 giorni di reclusione, oltre al pagamento delle spese legali e a un indennizzo in favore della parte civile, l’uomo che, nel giugno 2024, ha aggredito a bastonate un settantottenne sorpreso nel proprio terreno a rubare alcune ciliegie. La sentenza è stata pronunciata il 27 maggio 2025 dal Giudice per l’Udienza Preliminare del Tribunale di Avezzano, Daria Lombardi, al termine di un processo celebrato con rito abbreviato condizionato.
I fatti risalgono a quasi un anno fa, quando M.D.L., 58enne coltivatore di Civitella Roveto, ha sorpreso l’anziano vicino di terreno, G.V., mentre quest’ultimo, durante il pascolo del suo asino, si era introdotto nel suo fondo agricolo – non recintato – per cogliere un pugno di ciliegie. La reazione di M.D.L. è stata immediata: prima le minacce di morte, poi l’aggressione fisica, con un bastone, che ha costretto il 78enne al ricovero ospedaliero per lesioni personali giudicate guaribili in 15 giorni.
La vicenda ha assunto i contorni di un contenzioso giudiziario, con l’imputazione di lesioni personali aggravate nei confronti di M.D.L., mentre G.V., la persona offesa, si è costituito parte civile attraverso il proprio legale di fiducia, l’avvocato Alessandra Di Renzo del foro di Avezzano. Il procedimento, seguito con rito abbreviato su richiesta della difesa di M.D.L., rappresentata dall’avv. Fabio Pagliari – anch’egli del foro di Avezzano – si è concluso con una condanna che prevede anche la corresponsione di una provvisionale a favore della parte civile, oltre alla refusione integrale delle spese legali sostenute dalla stessa.
Le motivazioni della sentenza verranno depositate oltre il trentesimo giorno dalla pronuncia, come previsto dal dispositivo del giudice.
Il caso ha sollevato non poche riflessioni, anche tra gli addetti ai lavori, per la dinamica che intreccia il diritto di difesa della proprietà privata con i limiti della reazione legittima, soprattutto quando si configura una violenza sproporzionata rispetto al danno subito. Sul piano giuridico, resta chiaro che la tutela dei propri beni non giustifica il ricorso alla violenza, soprattutto quando la condotta dell’intruso, come nel caso in esame, non rappresenta un pericolo imminente e grave per l’incolumità fisica del proprietario.