Avezzano. Il coordinatore di Fare centro, Francesco Basile, non ci sta e zittisce gli opinion leader da bar. La situazione in città in vista delle elezioni comunali della primavera prossima si fa sempre più ingarbugliata. Tanti sono i nomi, tanti gli schieramenti, pochi gli obiettivi. “Mi fa piacere che di persona ma anche per scritto, capiti che ci si rivolga a me nell’aspettativa che io sappia decriptare vicende politiche di vario genere”, ha commentato Basile, “io educatamente (ed anche perché mi fa piacere la considerazione degli interlocutori) rispondo a tutti, ma talvolta confesso di sentirmi come un improbabile “oracolo di Delfi”, impegnato a rispondere su questioni di non semplice lettura e non posso affidarmi a formule enigmatiche od a pratiche di divinazione.
Sarebbe comodo ma infruttuoso, per cui ci provo quando capita la necessità, limitandomi prevalentemente alla descrizione della cronaca, che talvolta è una matassa, di cui però non vedo bene il bandolo, pur avendo una certa praticaccia. D’altra parte ogni pensiero sulla politica è sempre come i coltellini svizzeri multiuso e dunque gli approcci sono forzatamente vari. I meccanismi della politica stanno, intanto, transitando da una situazione del passato in cui era troppo spesso avvolta da aloni di mistero e riservatezza, a una politica che sempre più adopera e strumentalizza i “social” in prima persona (alcuni politici mostrano così la qualità della loro prosa e talvolta pure certi loro problemi psicologici) o indiretta.
La “democrazia social”, oltretutto, consente a tutti di dire la propria e vive di una fasulla trasparenza, perché gli elementi esposti sono così tanti e spesso contraddittori da necessitare chiavi di lettura più complesse di quanto possa superficialmente apparire. Tipo “l’opinione di leader” da bar che resta sempre – un fritto misto.
Altro esercizio molto applicato, ma nel solco di una tradizione, è quello di far filtrare sui giornali retroscena più o meno utili per sé o contro i propri avversari. Ragion per cui questa continua sovraesposizione mediatica nuoce alla credibilità della politica. Il cittadino neutrale a un certo punto non capisce più un tubo e accresce il proprio tasso di disinteresse o odio per politica e politici. Chi invece aderisce a qualche forza politica troppo spesso vaga nel buio, perché in tanti citano la “base” come essenziali fondamenta di ogni attività politica, ma poi si afferma l’idea che chi milita abbia uno stomaco forte, capace di digerire qualunque pietanza cucinata dagli chef.
E dunque? Boh! Visto che non siamo di fronte ad una scienza esatta verrebbe da nascondersi – allegramente o mestamente, secondo gli stati d’anima – sotto l’ala del grande statista Winston Churchill: «L’abilità in politica consiste nella capacità di prevedere ciò che accadrà domani, la settimana prossima, il mese prossimo, l’anno prossimo. E successivamente nell’essere in grado di spiegare perché non è avvenuto». La sensazione è che le primarie siano state totalmente svuotate di significato, declassate a fenomeno folklore.
Forse sarebbe più onesto abolirle. Piuttosto, guardiamo le vere esigenze dei cittadini di Avezzano, una Avezzano sempre più disastrata, proprio rovinata da questi saltimbanchi, per cui oggi ci ritroviamo soprattutto per colpa loro un Commissario straordinario che delle difficoltà di Avezzano, dove non trova un secondo per ascoltare la voce dei suoi cittadini, fregandosene altamente. Restando in attesa di un probabile incontro con il commissario straordinario di Avezzano, per proporre alcune soluzioni per la viabilità, continuano una serie di incidenti sulle nostre strade, da creare panico e problemi più di quelli che già ci sono”.