Canistro. In riferimento alla nota del Sindacato Fai CISL, relativo all’apertura di un tavolo di trattative in merito al bando Sant’Antonio Sponga, il Sindaco di Canistro chiarisce quanto segue:
La proposta di alcuni dirigenti sindacali della Cisl di aprire un tavolo per la vertenza della concessione delle acque minerali della Sponga è impraticabile e desta molte perplessità. A dirlo il Sindaco del Comune di Canistro, dr. Angelo di Paolo, in risposta all’appello lanciato, dopo la sentenza del Tar L’Aquila che annulla l’aggiudicazione provvisoria alla Santa Croce, da Franco Pescara e da Paolo Sangermano della Cisl.
In questo tavolo – si domanda il sindaco – chi dovrebbe sedersi? Forse quei dirigenti e funzionari della regione che hanno aggiudicato la gara alla Santa Croce con un’attribuzione falsata del punteggio per il ricorso ad un criterio non contemplato nel Bando? Forse quei dirigenti e funzionari della regione che, pur avvertiti dal Comune di Canistro sin dal novembre 2019, delle gravi violazioni in materia fiscale della Santa Croce hanno fatto finta di niente?
Forse a quel tavolo dovrebbe sedersi anche la stessa Santa Croce, a cui, nel 2015, è stata annullata l’aggiudicazione definitiva per irregolarità del DURC e, ora, per irregolarità fiscale?
E poi dovrebbero sedersi a quel tavolo dirigenti sindacali perché si dicono preoccupati per i lavoratori. Bene! Ma sanno questi dirigenti sindacali che la Santa Croce è stata condannata dal Tribunale di Avezzano per non aver corrisposto 6 mensilità, Tfr e accessori ai lavoratori da essa stessa licenziati, come confermato con due sentenze della Corte d’appello dell’Aquila, la seconda delle quali pubblicata il 24 giugno scorso?
Non ci può essere un tavolo credibile con chi quei tavoli di concertazione ha già tradito con accordi occupazionali firmati il giorno prima e stracciati il giorno dopo, come ben sanno tutti i dirigenti sindacali, ed anche Pescara e Sangermano. Non ci può essere un tavolo credibile con chi non paga puntualmente né i lavoratori né i tributi dovuti a vario titolo, come asseverato dal Giudice del lavoro e dal Giudice amministrativo. Giova ricordare che, con riferimento all’ultima gara, il Tar dell’Aquila ha riscontrato che “dagli atti emerge, con meridiana evidenza, la carenza in capo alla Santa Croce dei requisiti di partecipazione” e la stessa società è stata condannata, con sentenza del 28 maggio, anche dal Tar Molise e sempre per motivi attinenti l’utilizzo delle acque minerali oggetto di concessione. Dunque, i nostri cari dirigenti sindacali si dedichino a miglior causa e prima di fare proposte funamboliche si leggano le sentenze, magari, facendosi aiutare da chi è in grado di spiegargliele.