Avezzano. Accusato di gestire una sorta di banca clandestina che concedeva soldi a imprenditori e famiglie in difficoltà, doveva rispondere di esercizio abusivo di attività bancaria e finanziaria. Invece è stato assolto da ogni accusa perché il fatto non sussiste.
La sentenza di assoluzione è stata emessa nei confronti di Secondo Rossi, 92 anni, di Carsoli, che secondo la guardia di finanza aveva portato a termine tra il 2012 e il 2016 delle operazioni, ritenute illecite, per 500mila euro. L’uomo, difeso dall’avvocato Antonio Milo, non aveva alcuna autorizzazione, né era iscritto nell’apposito albo. Una sorta di concorrenza sleale, quindi, nei confronti di istituti di credito di Abruzzo e Lazio, e di consulenti finanziari regolari. Due gli episodi contestati. Nel primo, il libero professionista ha erogato in maniera continuativa prestiti pari a oltre 360mila euro a due imprenditori.
Questi ultimi, stando agli accordi, avrebbero dovuto rimborsare la somma di denaro in 144 rate da 2.500 euro cadauna a partire dal primo gennaio 2013 e fino al 31 dicembre 2024. Nel secondo episodio 115mila euro sarebbero stati concessi in prestito a due coniugi che si sarebbero impegnati a rimborsarli in 48 rate mensili al tasso d’interesse del 5% e mediante l’emissione di cambiali da 2.665 euro ciascuna; la prima rata doveva essere versata il 30 novembre 2012, l’ultima il 31 ottobre 2016
Secondo la tesi difensiva, accolta dal collegio del tribunale di Avezzano presieduto dal presidente Lepidi, non è emerso però che questa attività venisse svolta in forma continuativa, requisito necessario affinché si configurasse il reato.