Avezzano. Dopo le vicende sugli affidi di Bibbiano, che hanno sconvolto l’opinione pubblica dell’intera nazione, ecco che anche nella Marsica qualcuno denuncia un caso che apparentemente presenterebbe alcuni punti in comune con quelli avvenuti in Emilia Romagna. In questo caso si tratta di un bambino di otto anni di Avezzano, che in seguito a un provvedimento provvisorio del tribunale dei minori dell’Aquila, è stato allontanato a forza dalla madre.
Il caso nasce qualche anno fa, quando al padre del bambino venne tolta la patria potestà. Da allora il bambino ha vissuto con la madre, fin quando il padre non ha chiesto una nuova perizia per poter riottenere la responsabilità genitoriale. In seguito a questa nuova perizia, però, il giudice del tribunale dei minori ha emesso un provvedimento provvisorio in cui toglie la responsabilità anche alla madre e affida il bambino agli zii paterni. Questi, nominati dal tribunale “provvisori allocatari”, vivono nello stesso paese del padre, a circa 350 chilometri di distanza da Avezzano.
In seguito a questo provvedimento gli zii si sono fatti trovare fuori dalla scuola e forti del provvedimento giudiziario hanno prelevato il bambino all’uscita, tra lo stupore e le proteste delle altre mamme e dei passanti. Anche il bambino, da quanto riferiscono numerosi testimoni che hanno denunciato il fatto all’autorità garante per l’infanzia, non era contento di andare con gli zii paterni e chiedeva aiuto agli amichetti affinché venisse lasciato in pace. Gli zii, incuranti delle proteste, hanno fatto salire in auto il piccolo e l’hanno portato via da Avezzano.
Da quattro mesi, ormai, il bambino vive lontano da sua madre, da casa, dalla scuola che aveva frequentato fino ad oggi e dai suoi compagni, che si dicono preoccupati per il loro amichetto, a cui continuano a scrivere messaggi in cui dicono che non vedono l’ora di rivederlo. Anch’essi, infatti, si dicono traumatizzati per come il bambino è stato prelevato davanti la scuola quel giorno di qualche mese fa.
Davanti a questo non si sono però arrese una trentina di mamme, firmatarie di due denunce, una all’autorità garante per l’infanzia e l’altra indirizzata proprio al presidente del tribunale dei minori dell’Aquila. Le madri chiedono che il bambino torni con la madre, visto che una nuova consulenza tecnica d’ufficio ha rilevato la sua piena sanità mentale, ma anche e soprattutto in virtù del fatto che le perizie psichiatriche siano per loro natura soggettive ed opinabili e pertanto vadano accertate in maniera più completa, soprattutto quando si tratta di allontanare un minore dalla propria madre. Le madri, insieme ad un comitato cittadino che si sta creando, sono intenzionate ad andare avanti nella protesta e si dicono pronte a percorrere qualsiasi strumento legale che accenda i riflettori su questo caso, finché non verrà fatta chiarezza.