Avezzano. Bambino disabile lasciato senza pranzo e senza assistenza sanitaria a scuola. La denuncia della madre.
Una vicenda che, per circostanze e modalità in cui si è svolta, si fatica a raccontarla senza provare un pizzico di rabbia. Protagonista, suo malgrado, un bambino di nove anni, disabile al 100%, portatore di peg (Gastrostomia endoscopica percutanea) e, quindi, bisognoso di cure e attenzioni particolari.
Questo piccolo alunno di un istituto scolastico avezzanese non può nutrirsi autonomamente e necessita del sostegno di un oss (operatore sociosanitario), sia per cambiare il pannolino che indossa, sia per alimentarsi. La sua forza e il suo coraggio non sono sufficienti, ecco perché serve l’aiuto di un professionista qualificato al suo fianco.
Purtroppo, nonostante la situazione sia nota al Comune di Avezzano e all’istituto scolastico che lo ospita, qualcosa, quest’anno, non è andata per il verso giusto. A raccontarcelo è proprio la madre del bambino, che ha denunciato il clamoroso disservizio. Lo ha descritto così: “è di una gravità sconvolgente e inaccettabile”.
“La situazione di mio figlio è ben nota negli ambienti del Comune, soprattutto al settore dei servizi sociali per quanto riguarda l’assistenza scolastica ai portatori di disabilità”, spiega la donna, esasperata da una battaglia che porta avanti da anni e che, come tiene a precisare, “non è solo per mio figlio, ma per tutti quelli che si trovano in situazioni analoghe”.
“Ogni anno faccio richiesta, tramite Centro Polio, di assistenza. In una seconda fase mi rivolgo al Comune al fine di avere un oss per assistenza scolastica a mio figlio. Questo è il protocollo da seguire. Questa figura professionale di sostegno ha il compito di cambiargli il pannolino e somministrare cibo all’ora di pranzo. L’assistenza scolastica in quanto tale, prevede una maestra di sostegno e il servizio mensa”. “Il 1° ottobre di ogni anno è fondamentale che questa figura sia disponibile e attiva e, per queste ragioni, mi muovo sempre con largo anticipo al fine di scegliere la cooperativa alla quale appoggiarmi”.
Invece, nonostante la delicatezza della situazione, la donna illustra in dettaglio l’imprevedibile disservizio. “Il Comune si è mosso con ritardo, addirittura dopo l’apertura della scuola”, precisa, “e questa è già una vergogna e un disservizio di per sé. Pensate che la scuola ha aperto il 12, mentre dal 18 al 20 hanno preso in esame le richieste di assistenza ai figli da parte dei genitori. A quel punto, anche se in ritardo, pensavo che il problema sarebbe stato risolto. E invece no, solo questa settimana sono stata contattata per firmare i moduli circa la scelta della cooperativa. Vi rendete conto?”.
“Sono andata numerose volte e, in diverse circostanze in Comune e ho mandato terzi perché lavorando e avendo un bimbo disabile al 100%, come è facile immaginare, ho notevoli difficoltà organizzative. Mio figlio, inoltre, non può restare da solo con la maestra di sostegno. Con il Comune avevamo preso accordi e quindi ero sicura che, pur se con considerevole ritardo, le esigenze del mio bambino sarebbero state prese in considerazione e affrontate in quanto tali, cioè con urgenza e risolutezza”.
Stamane la brutta sorpresa. “Mi hanno contattata dalla scuola dicendo che l’assistente non era ancora arrivato, così, frettolosamente, sono corsa da lui. Ho immediatamente capito cosa stava accadendo. Mio figlio aveva il pannolino sporco e, nel mentre, avevano anche servito il pranzo agli altri bimbi. Anche a lui, certamente. Peccato, però, che quando sono arrivata era gelato. Era quindi a digiuno, senza che nessuno lo avesse fatto pranzare. E di ciò non ho ricevuto alcun avviso, se non a cose fatte. Sono rimasta io a scuola a dargli da mangiare”.
“Ero arrabbiata, delusa, affranta”, prosegue, “posso garantirvi che mi sono fatta rispettare e ho anche chiamato i carabinieri che, tramite il loro maresciallo, si sono immediatamente attivati per farmi parlare con qualcuno. Dal Comune ho avuto la rassicurazione che oggi partirà il servizio per mio figlio. D’ora in avanti sarò intransigente, perché mio figlio è un bimbo come gli altri. Ha difficoltà che richiedono una cura particolare, ma questo non vuol dire che debba essere trattato con superficialità o leggerezza”.
“Non è la prima volta che mi trovo a disagio con questo settore del Comune, ma cosa devo fare, lasciar perdere tutto? Con la scorsa amministrazione si è avviato un dialogo, un percorso che ha dato i suoi frutti ma ora non c’è un sindaco, nessuna situazione precisa, a cosa mi appiglio? Con chi parlo se è tutto paralizzato? Come è possibile che dal Comune di Avezzano, pur conoscendo questa situazione e dopo aver ricevuto una serie di richieste e raccomandazioni, non hanno fatto nulla per programmare e gestire questa situazione con tempestività e accortezza?”.