Avezzano. Aveva solo chiesto un passaggio per tornare a casa da Roccavivi, ma la sua scelta si è rivelata un grosso errore trasformandosi in una notte da incubo e violenze. E’ questo il racconto della romena di 30 anni che ha accusato e fatto arrestare per violenza sessuale Massimo Di Toro, 49 anni, di Avezzano. Secondo la versione della ragazza, l’avezzanese, con dei precedenti penali, dopo aver fermato la macchina in una zona isolata, avrebbe aggredito la ragazza pretendendo un rapporto sessuale. Inutili i tentativi di divincolarsi: la stretta al collo dell’uomo si faceva più forte, al pari del crescere dell’aggressività e delle pulsioni. Malmenata, immobilizzata, e imbavagliata con uno straccio sulla bocca, la ragazza sarebbe stata costretta a subire la ferocia dell’uomo e il rapporto con la violenza.
A quel punto, il 49enne avrebbe rinchiuso la giovane nel bagagliaio della propria auto, ignaro del fatto che la ragazza aveva ancora con sé il cellulare, nascosto all’interno di un gambaletto, con il quale è riuscita a chiamare il 112 di Tagliacozzo e alcuni famigliari tramite sms: immediate le ricerche e la caccia all’uomo. I carabinieri di Tagliacozzo, coordinati nelle ricerche dalle centrali operative, hanno battuto i territori di competenza palmo a palmo alla ricerca della macchina trovata ad Avezzano, nei pressi dell’abitazione dell’uomo. La ragazza, secondo la ricostruzione dei carabinieri, era stata liberata e fatta salire dal suo presunto aguzzino sul sedile del passeggero. All’arrivo dei carabinieri è stata accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano dove è stata riscontrata la violenza subìta e dove sono state verificate le lesioni causate dalle botte. La macchina è stata sequestrata così come lo straccio usato per l’imbavagliamento.
Di Toro, rinchiuso nel carcere di Avezzano, ha invece fornito un’altra versione dei fatti. Ha sostenuto di aver pagato trecento euro, di cui duecento sono andate a un intermediario, per uscire con la ragazza e avere un rapporto sessuale con lei. Prima sarebbero andati in un locale e poi si sarebbero appartati. Tutte versioni da confermare con i riscontri. L’avezzanese è difeso dall’avvocato Roberto Verdecchia.