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Avvisi di pagamento Asl: il manager Romano rinvia commissione, Cgil su tutte le furie

Redazione Abruzzo di Redazione Abruzzo
21 Febbraio 2025
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L’Aquila. “Riteniamo un gesto gravissimo l’ennesima pretesa di rinvio avanzata dal Direttore Generale della ASL1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Ferdinando Romano, della convocazione dinanzi alla Commissione di Vigilanza della Regione Abruzzo, richiesta inoltrata dalla CGIL e incentrata sul tema degli avvisi di pagamento recapitati dalla medesima ASL1, per il tramite dell’Agenzia delle Entrate, a migliaia di cittadine e cittadini”.

Inizia così una nota alla stampa del Segretario Generale della CGIL dell’Aquila, Francesco Marrelli, che continua:

“Ferdinando Romano, con il suo comportamento, conferma ancora una volta di essere un corpo estraneo al nostro territorio. Ferdinando Romano conferma, infatti, il totale disinteresse nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori e delle cittadine e dei cittadini di questo territorio che avrebbero, invece, diritto ad avere risposte e certezze circa l’operato della ASL1.

Più specificamente, nella giornata di ieri, giovedì 20 febbraio, si sarebbe dovuta tenere l’audizione dinanzi alla Commissione di Vigilanza della Regione Abruzzo per approfondire il tema relativo agli avvisi di pagamento che sembrano essere, nella maggior parte dei casi, illegittimi.

Ricordiamo, sul punto, che, stante la normativa vigente, si può disdire la prenotazione di una visita fino a tre giorni prima della data fissata, ma che, superato questo termine, bisogna pagare una sanzione del valore pari al costo del ticket, anche se non si intende più fruire della prestazione sanitaria. Il problema è che tali avvisi di pagamento non solo fanno riferimento ad annualità risalenti, ma sembrano essere stati emessi in via del tutto arbitraria. Infatti, fino a pochissimo tempo fa, la ASL1 aveva adottato una prassi aziendale in forza della quale, per annullare la prenotazione di prestazioni sanitarie, bastava una semplice telefonata al CUP che, di rimando, non forniva alcuna conferma scritta dell’avvenuta disdetta, o, in alternativa, recarsi personalmente presso il CUP, limitandosi a comunicare verbalmente la disdetta della prenotazione, senza ricevere in cambio alcuna ricevuta. In altre parole, oggi, i cittadini e le cittadine della Provincia dell’Aquila sono costretti a pagare per asserite mancate disdette delle prenotazioni di prestazioni sanitarie, mancate disdette delle quali, peraltro, la ASL1 non è in grado di fornire alcuna prova. E ciò unicamente per responsabilità della medesima ASL1, che non si è mai preoccupata di disciplinare correttamente le modalità di disdetta delle prenotazioni delle prestazioni sanitarie, adottando, al contrario, una prassi aziendale che non ha evidentemente tutelato i cittadini e le cittadine della nostra Provincia. Ricordiamo, inoltre, che gli avvisi di pagamento di cui trattasi sono stati inviati ai cittadini e alle cittadine della Provincia dell’Aquila proprio in prossimità della fine dell’anno e, quindi, a chiusura del bilancio, su iniziativa di una ASL che risulta essere, nella Regione Abruzzo, quella con il maggior debito. Debito del quale, a quanto pare, dovrebbero farsi carico i cittadini e le cittadine, e cioè gli stessi che soffrono il malfunzionamento dei servizi sanitari dovuto all’attuale gestione della ASL1.

Riteniamo, quindi, che il Direttore Generale dovrebbe ricordarsi e tenere, poi, ben presente, che, nell’esercizio del suo ruolo, è responsabile della cosa pubblica, essendo, per l’effetto, tenuto ad agire unicamente nell’interesse generale della collettività, che merita rispetto, ascolto e tutela. Cosa pubblica che, ricordiamo, deve essere gestita secondo principi di universalità e gratuità.

Troppe sono, invece, le vicende che il Direttore Generale non solo non ha provveduto a risolvere, ma che, anzi, ha generato e/o portato all’esasperazione, tra le quali, solo per citarne alcune, il mantenimento dei Nuclei di Cure Primarie, le liste d’attesa interminabili, la carenza di personale, il mancato scorrimento della graduatoria O.S., la mancata internalizzazione di tutto il personale attualmente operante all’interno dell’azienda sanitaria, il mancato pagamento, da almeno un anno, del corrispettivo per le prestazioni rese dalle società che forniscono i servizi di manutenzione e pulimento, la collocazione delle Case di Comunità all’interno, anziché all’esterno, degli ospedali, con conseguente deprivazione, per la cittadinanza, di un servizio essenziale di prossimità, il peggioramento del saldo di mobilità, l’aumento dell’esposizione debitoria della ASL1 (la più alta, va detto, nella Regione Abruzzo), la mancata riapertura della RSA nella struttura di Montereale, la desertificazione sanitaria nelle aree interne e più remote della nostra Provincia, l’incomprensibile trasferimento in locali adiacenti all’ospedale della riabilitazione territoriale.

Come se ciò non bastasse, il Direttore Generale della ASL1 non si presenta nelle sedi istituzionali all’uopo preposte per giustificare quanto fatto (o non fatto) finora, sfuggendo, quindi, a qualsivoglia responsabilità.

Ad avviso di chi scrive, la collettività avrebbe, invece, bisogno di risposte concrete, di certezze e, soprattutto, che il diritto alla salute venisse finalmente tutelato.

Ribadiamo, pertanto, quanto già detto in passato: l’unica strada per superare le circostanze attuali, che rischiano di compromettere in via definitiva il nostro sistema sanitario, è quella delle dimissioni immediate del Direttore Generale, con l’avvio contestuale di una nuova fase di rilancio del sistema sanitario provinciale, a tutela del diritto al lavoro e al salario di tutto il personale che vi opera da un lato, e del diritto alla salute dell’intera collettività dall’altro”.

Tags: abruzzo
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