Avezzano. Si terranno probabilmente sabato, nella chiesa di San Pio X ad Avezzano, i funerali di Giancarlo Casadei, il 22enne avezzanese che ha perso la vita lo scorso 22 gennaio. Casadei era il più grande di quattro figli, era un ragazzo mite, amava la sua famiglia e amava la sua mamma.
A piangere la sua prematura scomparsa, oltre due sorelle e un fratellino piccolo, sua madre, Loredana Marcello. Loredana ad Avezzano la conoscono in tanti: per molto tempo ha lavorato come parrucchiera. Il suo amore per il figlio più grande è sempre stato grande. Quel figlio avuto da giovanissima. Erano cresciuti insieme. Da qualche tempo aveva anche una ragazza che gli voleva bene e con la quale condivideva le sue giornate. Come tutti alla sua età.
Ad Avezzano anche Giancarlo Casadei era molto conosciuto: faceva il pizzaiolo al Ristopub James Joy di Avezzano. Un lavoro che era riuscito ad avere quasi subito, dopo aver conseguito la qualifica professionale con un corso della Regione Abruzzo. Giancarlo aveva studiato all’istituto alberghiero, era un appassionato di cucina. Amava anche i pearcing e i tatuaggi. Stava imparando anche a farli.
Era un giovane rispettoso, educato ed era un ragazzo buono: un’anima bella e trasparente. Lo dimostrano le centinaia di commenti che i suoi amici hanno lasciato in rete non appena si è diffusa la notizia della sua morte.
Proprio ieri, ad Avezzano, sull’altare della Cattedrale dei Marsi, nell’omelia per i quattro escursionisti che hanno perso la vita sul Velino un anno fa, il vescovo Giovanni Massaro ha descritto così il dolore che porta un lutto così prematuro: “La morte si configura sempre come un ladro che compie il furto dell’opera d’arte più preziosa, quella della vita. Ma non lasciamoci scoraggiare perché Dio arriva lì dove ci sono i momenti più difficili. Dio non abbandona”.
Perché è così, quando se ne va un giovane, è difficile accettare la morte, in qualsiasi circostanza arrivi. “Impariamo ad accogliere anche l’inverno nelle nostre vite”, ha detto qualche giorno fa don Ilvio Giandomenico, quando ha salutato per l’ultima volta, insieme alla comunità di Celano, Luca Piccone, un altro giovane andato via prematuramente. Perché “bisogna imparare a saper affrontare anche l’inverno, il freddo, il gelo e il vento che taglia la faccia. Dunque i fallimenti, le delusioni e il gelo nell’anima. Facciamo posto anche all’inverno e affrontiamo quello nostro e quello degli altri condividendolo”, le parole del sacerdote che ha invitato i fedeli a essere vicini ai familiari e a condividere amore in memoria del giovane.
Giancarlo Casadei era solo un’anima gentile e buona, che nascondeva le fragilità che si porta dietro ogni ragazzo della sua età, di certo più insidiose in un periodo difficile come quello che ha creato la pandemia.
“La mattina che mia figlia ha compiuto diciotto anni, il primo messaggio che le è arrivato è stato il suo”, racconta un’amica della mamma, “perché Giancarlo era così. Era premuroso e affettuoso con tutti i suoi amici”.
In questi giorni, un silenzio doloroso si è stretto intorno ai familiari, ma anche agli amici, attoniti e sgomenti, di fronte alla morte di “quel fratello” che adesso giurano che non dimenticheranno, impegnandosi a continuare a onorarne la memoria, continuando a volersi bene. Proprio come ha fatto lui, che voleva bene a tutti, senza chiedere mai nulla in cambio.