Avezzano. calo di commesse all’LFoundry: 120 lavoratori restano a casa senza contratto. Niente rinnovo per gli operatori a tempo determinato. L’amaro periodo che sta interessando i 1.500 dipendenti di LFoundry non accenna a migliorare. Dopo l’annuncio del calo di commesse da parte della On-Semi e la richiesta di ferie per i 1.500 dipendenti del sito la situazione non migliora. Ieri, durante un vertice tra le organizzazioni sindacali e i dirigenti dell’azienda che produce memorie volatili, è stato annunciato che visto l’ulteriore abbassamento degli ordini non si potrà rinnovare il contratto agli operatori a tempo determinato. La notizia è stata un’ulteriore doccia gelata per i sindacati che già a fine aprile avevano chiesto all’azienda un confronto al ministero per lo Sviluppo economico.
“LFoundry ha convocato le rappresentanze sindacali per comunicare che non saranno riconfermati circa 120 interinali in scadenza di contratto a causa di un calo di commesse”, ha precisato Angelo Gallotti, segretario provinciale Uil – Uilm, “come sindacato siamo preoccupati. Per il personale interno non si avranno grandi variazioni, la Clean Room lavorerà normalmente, per i giornalieri, invece, ci sarà la necessità di ricorrere a qualche giorno di ferie. Come Uilm chiederemo di riattivare il più presto possibile tavoli istituzionali già aperti, come quello al Mise, per fare chiarezza sulla situazione attuale”. Le “ferie forzate” erano state richieste già a metà aprile per poter far fronte al calo di commesse, la preoccupazione delle parti sociale, però, è il periodo della ripresa. L’azienda infatti non ha ancora parlato del ritorno a regime della produzione.
“Nell’incontro è stato comunicato che l’abbassamento degli ordini continuerà anche per le prossime due settimane”, ha affermato Andrea Campione, segretario provinciale Fismic, “tale situazione prevede il mancato rinnovo per i circa 120 contratti interinali, e un utilizzo di ulteriori giornate di ferie per il personale in giornaliero. Avere un calo di commesse in questo periodo dell’anno, storicamente il più voluminoso, ci impone alcune riflessioni sul fatto che non può essere legato alla sola stagionalità del prodotto, ma a qualcosa di strategico al momento non conosciuto. Per questo che esortiamo la direzione e il Mise a formulare un incontro istituzionale che possa fornirci dettagliatamente le motivazioni del calo produttivo”.