Avezzano – Dopo la mancata approvazione del bilancio, si avviano ora le procedure che andranno a decretare lo scioglimento del consiglio comunale. Una conseguenza relativa alla legge 141 del Tuel che mette fine a quelle amministrazioni che non riescono ad approvare il bilancio nei termini di legge. Ed ora dunque la capitale marsicana si avvia a nuove elezioni precedute da un anno di commissariamento.
La data è certa, sarà la tornata del maggio 2020 a portare nuovamente gli avezzanesi alle urne. La politica dunque avrà un anno di tempo per mettere in campo nuove liste, l’esercito di candidati a consigliere ed individuare i candidati sindaco. Per il contenimento della spesa, infatti, rispetto al passato la legge ora prevede una unica data annuale per le amministrative, sia per la scadenza naturale che per i consigli sciolti anticipatamente per mancata approvazione di bilancio o per dimissioni in massa della maggioranza dei consiglieri in carica. Solo per i comuni sciolti per mafia è invece possibile andare ad elezioni in autunno.
Il consiglio dell’8 giugno è sicuramente destinato a rimanere negli annali della storia politica e amministrativa della capitale marsicana. Una nuova maggioranza che si è formata nel contempo delle varie azioni e trasformazioni politiche che hanno connotato quella che verrà ricordata come la legislatura dell’anatra zoppa. Iniziata male e finita peggio. Ed ora dopo il consiglio prende il via tutta una procedura burocratica che prevede in relazione alla mancata approvazione del bilancio la pronuncia di scioglimento del Consiglio Comunale. Un provvedimento che deve essere emesso dal Prefetto della Provincia dell’Aquila. Fino ad allora il sindaco resta ancora nelle sue funzioni pro-tempore e lo sarà fino all’insediamento del Commissario Prefettizio successivamente nominato. Sarà dunque lo stesso commissario che inizialmente è denominato “Prefettizio”, nelle more dell’approvazione del decreto del Presidente della Repubblica, e successivamente sarà il Commissario Straordinario che condurrà Avezzano a nuove elezioni.
In questi giorni “critici” pertanto l’amministrazione avrà funzioni meramente rivolte al cosiddetto disbrigo degli affari urgenti. Il Sindaco può emettere ancora ordinanze. La caduta sul bilancio è diversa dalle dimissioni in massa da parte dei consiglieri comunali in carica, cosa che potrebbe tralaltro anche avvenire nelle prossime ore proprio per “velocizzare” la fase di transizione. Un obiettivo di natura politica. Ma se non avvengono dimissioni, al momento tutti coloro che rivestono cariche le mantengono fino a pronuncia del Prefetto. Il presidente del Consiglio Comunale, o il consigliere anziano in questo caso poichè la sfiducia è immediatamente esecutiva, dovranno trasmettere una comunicazione urgente in Prefettura, e per dovere di informazione anche alla intera città. Ma potrebbero esserci ancora i tempi per un nuovo colpo di scena? Il condizionale è d’obbligo, e la politica se da un verso è l’arte del possibile, la burocrazia, e le normative invece sono una certezza. Il problema oltre che procedurale è politico.
E’ la fine di un percorso iniziato con il fenomeno dell’anatra zoppa e che si è particolarmente vivacizzato con diversificazioni periodiche della maggioranza. Un pò ci ha messo le mani la politica per rendere concreto ciò che in precedenza nemmeno poteva essere immaginato. Ai posteri le ardue sentenze.