Avezzano. “Le caratteristiche del latte d’asina liofilizzato” è stato l’argomento con cui, la ricercatrice, neo laureata Arianna Sabatini ha intrattenuto gli ospiti convenuti, tra cui molti studenti, al convegno del Crua “ La notte dei ricercatori”, svoltosi venerdi scorso. Presenti, il sindaco di Avezzano Gabriele de Angelis, l’amministratore unico Rocco Micucci, l’assessore Chiara Colucci e l’assessore del comune di Sante Marie, Lorenzo Berardinetti, tutti concordi sui benefici che il Crua, come polo universitario e di ricerca, possa apportare non solo alla Marsica, ma anche a tutto l’Abruzzo.
Interessante e genuino il racconto della Sabatini che da piccola, a soli sette anni, già era attratta dal microscopio con cui giocava spesso e di quando si fece regalare un kit di varie profumazioni che, mescolate tra loro, nelle apposite provette, avrebbero creato una nuova fragranza. Arianna Sabatini nasce ad Avezzano, nel’83, ha vissuto a Civitella Roveto per 15 anni fino alla morte del papà ed attualmente risiede a Morino.
Si Laurea in biologia a ottobre del 2017 con 110 all’Università di Camerino con “ Valorizzazione del latte d’asina e sviluppo di prodotti innovativi ad alta valenza salutistica” relatore Paolo Polidori dell’Unicam, dopo precedenti studi su chimica e tecnologie farmaceutiche. Entra nello stesso anno come ricercatrice del Crab, uno degli anni più belli della sua vita, come lei lo definisce. Dentro lo stesso, pieno di macchine e strumenti di ricerca, si è sentita di nuovo assalita da quella voglia di bambina di sperimentare, consapevole però che stavolta non era un gioco.
Attualmente lavora presso la “ Hocsol” di Avezzano, un’azienda chimica che realizza prodotti chimici personalizzati per le aziende. Si occupa della messa a punto di prodotti green, cioè prodotti a ridotto impatto ambientale. Al suo attivo tante pubblicazioni tra cui quella sul latte d’asina come inervento orale al “XII Convegno Nazionale della Biodiversità” tenutosi a Teramo dal 13 al 15 giugno.
La malattia del padre, racconta per lei è stata uno stimolo a voler cercare e capire ciò che ancora, a oggi, non si è capito. Una morte misteriosa avvenuta in soli venti giorni che ha lasciato dietro di sé molti interrogativi. Alcuni usano il dolore per distruggersi, Arianna Sabatini ha usato il dolore per costruirsi e collaborare a rendere il mondo migliore per tutti.