Avezzano. La procura dell’Aquila ha chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio. E’ accusato, insieme ad altre quattro persone, di falso, peculato e abuso d’ufficio per aver attestato la regolarità tecnica di un’importante delibera provinciale e per aver avallato l’utilizzato per sé di auto di servizio e autista. Le indagini sono proseguite e ora i sostituti procuratori Stefano Gallo e Roberta D’Avolio hanno chiesto il processo. Il sindaco di Avezzano è finito nel mirino della procura dell’Aquila che lo ha iscritto nel registro degli indagati. A settembre dello scorso anno gli agenti della sezione di polizia giudiziaria della Polstrada compartimentale, su disposizione del Gip, Giuseppe Romano Gargarella, hanno posto i sigilli di sequestro giudiziario a tre auto di proprietà dell’ente: due Alfa Romeo e una Fiat Panda. Indagati anche tre autisti, Patrizia Zazzara di Pescina, Mario Scimia dell’Aquila ed Ercole Bianchini dell’Aquila, oltre alla dirigente Paola Contestabile con l’accusa di peculato, e Anna Maceroni, solo per favoreggiamento. Gli indagati sarebbero stati pedinati dagli inquirenti che hanno scoperto come Di Pangrazio avesse utilizzato l’auto della Provincia per fini personali e come addirittura gli stessi autisti ne avessero totale uso, fino a riuscire a riportarsi l’auto nella propria abitazione, compresi i week-end. Il tutto condito dalle spese che sarebbero state caricate alla Provincia. Di Pangrazio ha più volte respinto con decisione le accuse, dicendosi tranquillo poiché “impegnato come sindaco 24 ore su 24”. “Qualsiasi cosa io faccia è nell’interesse della città”, ha sempre sostenuto, “il 90 per cento delle volte utilizzo la mia auto”. Tra le altre accuse, secondo gli inquirenti, quando la delibera numero 18/2011 è stata firmata Di Pangrazio sapeva che il giorno successivo sarebbe stato nominato direttore dell’istituendo Dipartimento speciale. Meccanismo che per la tesi accusatoria avrebbe portato a Di Pangrazio “un ingiusto profitto pari a 18mila euro annui quale retribuzione accessoria”, ottomila in più rispetto ai capi degli altri dipartimenti. Secondo la Procura, avrebbe “attestato in modo falso la regolarità dal punto di vista tecnico della riorganizzazione”. La procura dell’Aquila e le fiamme gialle nei mesi scorsi ha ascoltato esponenti della giunta provinciale. Il sindaco di Avezzano ha sempre respinto le accuse e riguardo alla delibera ha sempre sostenuto di aver semplicemente “dato un parere tecnico che gli era stato chiesto”. Il sindaco di Avezzano sarebbe stato ascoltato a dicembre scorso dai magistrati e avrebbe sottolineato che quell’incarico era stato offerto anche ad altri dirigenti e che la scelta finale spettava al presidente della Provincia Antonio Del Corvo. Quindi, secondo Di Pangrazio, non c’era la certezza della sua nomina.