Avezzano. Le indagini erano scattate dopo l’intervento dei vigili del fuoco. Erano stati loro a dichiarare che si era trattato sicuramente di un attentato incendiario. I militari dell’Arma intervenuti quella notte, avevano subito ascoltato il proprietario del mezzo, un barista di Avezzano, che aveva raccontato di aver avuto già delle intimidazioni.
E così ieri è finito in manette Mario Morelli, 29enne di Avezzano, con l’accusa di estorsione. Sarebbe lui secondo la ricostruzione fatta dalla forze dell’ordine, il mandante dell’auto bruciata ad agosto dello scorso anno, in via Crispi, ad Avezzano. Ci sarebbero altre persone coinvolte, forse due, quelle che materialmente avrebbero dato fuoco all’auto. L’indagine, scattata ad agosto, è stata coordinata dal pm della procura della Repubblica di Avezzano, Maurizio Maria Cerrato.
Non è la prima volta che ad Avezzano accade una cosa del genere. Il sospetto, infatti, è quello che dietro all’attentato ci sia il fatto che il giovane arrestato, già con precedenti penali, avesse proposto al barista “protezione” in cambio di denaro. Al rifiuto dell’esercente è scattata la ritorsione e l’incendio. Altri episodi in passato, tutte vicende che hanno sempre preoccupato la popolazione e creato allarme sociale.
Su disposizione del gip del tribunale di Avezzano, Maria Proia, che ha firmato l’ordinanza di restrizione, Morelli ieri è stato accompagnato dai carabinieri all’Aquila ed è stato fermato all’interno di una camera di sicurezza al comando provinciale dell’Arma, in attesa di essere trasferito in un carcere. Così come richiedono oggi i protocolli legati al contrasto della diffusione del covid19.
Auto in fiamme nella notte ad Avezzano, l’incendio è di natura dolosa