Avezzano. L’Asl di Avezzano, Sulmona e L’Aquila ha avviato una campagna i per informare pazienti e dipendenti vittime – o potenziali tali – della fuga di cartelle cliniche, dati anagrafici e documenti amministrativi rubati dagli hacker del gruppo russo “Ransomware Monti” nel violento attacco informatico all’azienda sanitaria e diffusi sul dark web, alla mercé di chiunque, anche e soprattutto malintenzionati. Lo rende noto il Centro.
La campagna si chiama “#informatinsieme” e prevede, oltre agli avvisi sul sito internet istituzionale della Asl, ora anche una videoguida con i consigli utili, un numero verde, un indirizzo mail e l’invio delle lettere agli utenti più a rischio.
Secondo l’azienda “le analisi condotte da esperti informatici hanno consentito di individuare alcuni archivi di dati personali sottratti, quindi potenzialmente utilizzabili da soggetti non autorizzati»,
«La Asl invita tutti gli utenti a prestare attenzione a eventuali richieste di contatto telefonico o e-mail/sms inconsueti e, in questo caso, a sporgere denuncia alle autorità competenti”. È stato attivato inoltre un numero verde dedicato per dare informazioni agli utenti, il 800.16.93.26.
Nel video realizzato dalla Asl si chiede di fare attenzione a quattro possibili campanelli d’allarme. «Se si dovesse verificare uno dei seguenti casi, segnalalo subito alla polizia di Stato o ai carabinieri». Il primo caso: «Se dovessero contattarti telefonicamente usando un atteggiamento invasivo della tua privacy». Il secondo: «Se dovessero offrirti prodotti o prestazioni collegabili alla sfera sanitaria». Il terzo: «Se dovessi risultare vittima di tentativi di truffe telefoniche attraverso le quali si chiede di fornire informazioni personali». Il quarto: «Se dovessi ricevere e-mail o telefonate che sottendano comportamenti illegali riferiti a dati personali».
Continua il video: «La Asl sta contattando tutti coloro i quali hanno subìto la violazione, ma non possiamo sapere quale siano le intenzioni dei malintenzionati informatici». Il riferimento è alle lettere che stanno partendo verso utenti e dipendenti che rientrano nella categoria “a rischio critico” per la violazione dei dati sensibili.