“Una Regione latitante rispetto alle questioni cruciali di tanta parte dei territori ed elusiva, con un atteggiamento a dir poco sconcertante riguardo a una vicenda di una gravità inaudita come quella che ha comportato la sottrazione, dagli archivi informatici della Asl1, dei dati di migliaia di cittadini che ai servizi, e disservizi, di questa Asl sono obbligatoriamente soggetti.”
È quanto si legge in un intervento della sindaca di Luco dei Marsi, Marivera De Rosa a proposito della violazione degli archivi informatici della Asl1, avvenuto tre settimane fa, e delle istanze di interi comprensori, tra cui quello luchese, “Completamente ignorato da un’Istituzione che dimentica di essere Istituzione e si limita a fare passerelle e politichetta da quattro soldi”, continua la sindaca, “Sempre a vantaggio di pochi ma coi soldi di tutti.”
“Sono passate quasi tre settimane dall’attacco hacker che ha causato il furto di migliaia di dati sensibili dei cittadini e il caos nella fornitura dei servizi essenziali. Una vicenda senza precedenti in Italia, per dimensioni, e solo dopo tre settimane, e innumerevoli sollecitazioni, il presidente Marsilio pare dare segni di esistenza in vita con, al momento, l’annuncio che darà notizie sulla questione in sede di Consiglio regionale, rompendo un ostinato silenzio, dinanzi alle legittime preoccupazioni di migliaia di cittadini, pari solo a quello di Ferdinando Romano, il direttore generale della Asl1, primo responsabile, che ha persino disertato una prima audizione in Commissione Sanità ma è tuttora al suo posto, ci risulta.”
“I danni, a parte i disservizi, sono incalcolabili”, prosegue, “considerando che si tratta di dati connessi alla salute ma che possono riportare anche a scelte etiche dei cittadini, dati che possono essere utilizzati in svariati modi, uno peggiore dell’altro per ricadute sugli utenti, esposti a questi rischi dalle scelte della Dirigenza, espressione di una Regione che, ancora una volta, manifesta la propria inerzia e una mancanza di rispetto degli abruzzesi, e in particolare dell’area interna, inconcepibili. Abbiamo visto di tutto, dalle inutili regalie a squadre di calcio mentre il territorio attende invano provvedimenti e risorse per opere essenziali, fino all’ampia discrezionalità, con risultati discutibili o nulli, con cui si sono riversati milioni di euro sempre e solo su certi ‘orticelli’, ignorando le esigenze di interi comprensori”, si legge ancora nella nota.
“Invitiamo i Rappresentanti pro tempore della Regione a rispondere con chiarezza ai cittadini in merito alle gravi questioni aperte sulla Asl1 e a tutti i buchi neri di questa opaca e disastrosa gestione, dal gorgo che ha inghiottito i fondi chimera per opere essenziali, come l’impianto irriguo fucense o l’allaccio alla strada in variante alla Sp. 22, che include anche opere per la messa in sicurezza sul piano idrogeologico, e di pertinenza anche della Regione, o anche il centro polivalente luchese, che avrebbe dovuto ospitare anche uffici comunali ed essere sede del COC in caso di emergenze. E invitiamo a parlarci della loro idea di ‘cosa pubblica’ prima di tutto certi ‘Rappresentanti del nostro territorio’ solo per modo di dire. Gli stessi che poi hanno la faccia tosta di presentarsi a chiedere voti con tour nei bar del paese. Intanto, i Responsabili incaricati dalla Regione cominciassero col far sapere, a norma di legge, e non con un generico avviso buttato tra le pagine del sito della Asl, a ognuno dei cittadini colpiti, che i loro dati, con specifica degli stessi, sono stati prelevati, diffusi e sono dunque a disposizione, e saranno per sempre a disposizione, di tutti i possibili malintenzionati.”
“Nel frattempo, in attesa che Regione e Vertici deputati si degnino di rispondere di quanto avvenuto, invito tutti i cittadini del territorio di competenza della Asl1 a inoltrare la richiesta alla stessa di ottenere notizie certe sulla presenza o meno dei propri dati personali, ed eventualmente quali, nei file trafugati dagli hacker, tramite pec agli indirizzi [email protected] e [email protected] , a chiedere un’investigazione parallela a specialisti abilitati, legittima, a rivolgersi alla Procura per la propria tutela, e a procedere poi a tutte le altre iniziative per la richiesta di risarcimento che si riterranno opportune”, conclude.