Avezzano. Il 26 novembre scorso, il Tribunale di Pescara in composizione collegiale ha pronunciato la sentenza di assoluzione del dirigente regionale, difesa dall’avvocato Augusto La Morgia, nell’ambito del procedimento penale per falso ideologico e abuso d’ufficio, scaturito dalla denuncia della società Santa Croce dell’imprenditore molisano Camillo Colella, secondo cui la Flacco avrebbe danneggiato la società con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso agendo nella propria qualità di dirigente del Servizio attività estrattive della Regione Abruzzo, contestando l’utilizzo dell’acqua minerale dalla fonte Fiuggino di Canistro in mancanza di rete di adduzione e l’omesso versamento del canone a consumo nonché mediante l’adozione della determina dirigenziale del 22 novembre 2016, avente ad oggetto la richiesta di realizzazione di un collegamento idraulico della Fonte Fiuggino con lo stabilimento di piana Paduli di Canistro.
Non così per il Collegio, composto dai Giudici Michela Di Fine (Presidente), Anna Fortieri e Francesca Manduzio (giudici a latere), che ha rigettato le richieste del p.m Fabiana Rapino, e dell’avvocato di parte civile, Roberto Fasciani, stabilendo che la contestata falsità ideologica non costituisce reato e che l’abuso d’ufficio non sussiste.
Tra i vari testimoni che si sono succeduti nel procedimento, il funzionario regionale Giovanni Cantone, il dirigente medico Francesco D’Orazi del Dipartimento di Prevenzione – Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione della Asl 1, Massimo Iafolla, responsabile dell’Ufficio Tecnico del comune di Canistro, Marcello Ippoliti, Specialista tecnico del Genio Civile dell’Aquila.
L’avvocato Salvatore Braghini, inoltre, ha ricostruito dettagliatamente tutte le vicende giudiziarie relative alle concessioni minerarie delle Sorgenti Sant’Antonio Sponga e Fiuggino, ripercorrendo l’annullamento dell’aggiudicazione alla Santa Croce del primo Bando regionale nel dicembre 2015 per irregolarità del Durc aziendale, la vicenda della confisca di 8,5 milioni di bottiglie riempite con acqua minerale in assenza di titolo concessorio, la vicenda della realizzazione di una tubazione “occulta” partendo dalla vicina conduttura idrica proveniente dalla sorgente di Acque minerali S. Antonio – Sponga per accrescere le esigue portate dalla Fonte Fiuggino.
In modo approfondito l’avvocato Braghini ha poi relazionato all’udienza del 14 ottobre 2020 presso il Tribunale penale di Pescara in merito alla sequenza dei fatti che hanno portato all’estromissione della Flacco dai procedimenti amministrativi in cui è parte la Santa Croce, evento determinato dalla citazione della dirigente presso il Tribunale di Roma per l’azione di condanna in ragione delle dichiarazioni rese ad una testata online. La notifica della citazione, ha evidenziato il legale, risale al 14 marzo 2018, e già il giorno seguente la società inoltrava la richiesta al Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza al fine di “fornire il proprio pronunciamento in merito alla necessità o meno di sostituire, per il procedimento in questione, la dirigente dott.ssa Flacco”. Ne seguiva, in via meramente cautelativa, il provvedimento dell’avvocato Stefania Valeri (Rpct della Regione), che esonerava la Flacco unicamente per le pratiche della società.
Il castello accusatorio, correlato ad una vicenda annosa e complicatissima, è dunque caduto, con il lascito di sofferenze ingiustamente subite da chi ha dovuto affrontare i costi materiali e morali di ben due procedimenti penali. Iris Flacco, infatti, era già stata denunciata dalla stessa società per abuso d’ufficio presso la Procura di Avezzano, ottenendo la definitiva archiviazione da parte del GIP, dottoressaFrancesca Proietti, in data 25 settembre 2017. In quel procedimento risultò che la Flacco, assistita dagli avvocati Salvatore Braghini e Renzo Lancia, era “intervenuta sui luoghi della zona di concessione nell’esercizio legittimo di funzioni di polizia mineraria mentre la Santa Croce spa ha esercitato la concessione anche quando, nonostante la chiusura coattiva, è stata rilevata la perdurante adduzione; ha sempre avvertito in anticipo l’impresa, chiedendone la collaborazione, ha fatto ingresso presso lo stabilimento col consenso della società”, e che – si legge nell’ordinanza di archiviazione – “in un siffatto contesto di contorno, caratterizzato dall’aspra conflittualità tra Regione e dirigenza societaria, l’indagata non solo non ha abusato dei suoi poteri, non ravvisandosi violazioni sanzionabili né in termini di competenza né in termini di violazione di legge, ma neppure ha agito con dolo”.
“Con l’assoluzione di questi giorni – commenta l’avvocato Braghini – viene sancito che Iris Flacco ha sempre agito nel pieno rispetto delle disposizioni generali e di quelle specifiche del settore delle acque minerali, senza mai violare alcuna norma penale, così dissipando i dubbi sollevati da una denuncia che si rivela del tutto infondata”.