Tagliacozzo. Ha ammesso la colpa, scegliendo il patteggiamento e trovando un accordo con il pubblico ministero, nel processo in cui veniva accusato di assenteismo sul lavoro. È arrivata la sentenza per il vicesindaco di Tagliacozzo, Roberto Giovagnorio: sei mesi di pena detentiva e il pagamento della somma che secondo l’accusa ha percepito indebitamente dalla Soprintendenza.
Il patteggiamento è arrivato con l’accordo sulla non menzione della condanna nel casellario giudiziario, pertanto, rimane pulita la “fedina penale” di Giovagnorio, che ha ricoperto in passato anche il ruolo di consigliere e assessore nel Comune di Tagliacozzo e consigliere della Provincia dell’Aquila.
Giovagnorio era accusato di assenteismo sul lavoro per essere uscito dall’ufficio senza timbrare il badge. La procura di Avezzano ha contestato al vicesindaco di Tagliacozzo, diversi giorni del mese di ottobre del 2021 e un giorno di marzo del 2022 per un totale di circa 800 euro percepite indebitamente. Il pubblico ministero aveva chiesto il rinvio a giudizio davanti al tribunale di Avezzano e ai primi di dicembre dello scorso anno, c’era stata la prima udienza, rinviata poi a febbraio 2024.
Secondo l’accusa, Giovagnorio, in qualità di dipendente della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Province dell’Aquila e Teramo, in servizio nell’ufficio di Tagliacozzo, avrebbe “indotto in errore i dipendenti dell’ufficio preposti al conteggio (anche tramite sistemi automatizzati) delle ore di lavoro svolte e alla corresponsione delle retribuzioni, con artifici e raggiri”.
Quanto accaduto sarebbe scaturito da appositi controlli necessari agli inquirenti per ricostruire i fatti e capire come Giovagnorio avrebbe accumulato le ore di astensione dal posto di lavoro che gli sono state contestate. In particolare, il vicesindaco di Tagliacozzo, sempre secondo l’accusa, si sarebbe “allontanato in più occasioni dall’ufficio dove prestava servizio per svolgere attività estranee alle sue mansioni, durante l’orario di lavoro attestato tramite timbratura con badge, ottenendo così indebitamente una retribuzione pari a 822,44 euro”.
Secondo la procura l’ammontare complessivo delle ore attestate “falsamente”, cioè tramite le mancate timbrature all’uscita dal posto di lavoro, è stato pari a 54 ore e 14 minuti, che equivalgono a 822,44 euro, ora restituite. Giovagnorio ha tenuto a precisare che ha sempre svolto il suo lavoro anche fuori dall’effettivo orario, senza mai percepire pagamento di straordinari.
Assenteismo dal luogo di lavoro, il vicesindaco Giovagnorio finisce in tribunale