Avezzano. “É prioritario agire in sede nazionale ed europea perché la PAC sia orientata alla valorizzazione delle nostre produzioni di qualità e alla massima diffusione sui mercati internazionali, soprattutto a sostegno di quelle aree che, come quella fucense, hanno vissuto un’importante riconversione”. Lo ha rimarcato Lorenza Panei, nel corso dell’assemblea annuale di Confagricoltura l’Aquila, tenutasi ad Avezzano martedì. Diverse i temi portati all’attenzione della vasta platea dal direttore Stefano Fabrizi, che ha relazionato sullo stato di salute dell’agricoltura locale e abruzzese offrendo diversi spunti di riflessione e di dibattito.
“La Politica a livello centrale deve rafforzare la sua capacità di pressione positiva nelle sedi dell’Unione Europea”, ha detto Lorenza Panei, candidata della Coalizione di centrosinistra al Collegio uninominale per i territori L’Aquila-Marsica-Alto Sangro“Al riguardo basti pensare che il ministero delle politiche agricole per diversi anni ha visto una progressiva riduzione del personale tecnico operante al proprio interno, tanto da non poter garantire una presenza stabile nell’ambito della commissione UE. Bisogna accompagnare le attività di promozione dei prodotti all’estero mettendo a disposizione delle imprese e dei Consorzi le risorse e, contestualmente, operare per l’efficientamento della macchina amministrativa e la deburocratizzazione per creare una maggiore fruibilità dei fondi per lo sviluppo rurale”. Acceso il dibattito relativo al problema della fauna selvatica e ai ritardi nei risarcimenti da parte dell’Organismo Pagatore, temi sui quali la Candidata è stata netta: “Ritengo prioritario riformare il rapporto con l’Agea, che del resto non abbiamo inventato noi, come anche rivedere le misure di prevenzione riguardo alla presenza dei cinghiali, il cui selecontrollo non può essere affidato solo all’azione dei cacciatori”.
“Vi sono delle criticità innegabili, ma con esse anche riscontri che su molti fronti si va nella direzione giusta”, ha poi sottolineato a margine dell’incontro Lorenza Panei, “Sono 50mila nel Paese le aziende guidate da under 35, abbiamo pianificato la creazione dei distretti del cibo, posto l’accento sulla qualità e la valorizzazione del “consumo a chilometro zero”, accelerato sul piano dell’innovazione – oggi in Italia abbiamo il 10% delle start up mondiali per ciò che riguarda l’agricoltura 4.0 – siamo al 2° posto nell’UE e al 4° nel mondo per produzione di biogas, ci siamo battuti per la tracciabilità totale in etichetta; in Abruzzo scontiamo dei ritardi che vanno sanati alla radice ma, sottolineo, oggi siamo nelle condizioni di praticare una politica di espansione potendo contare su progetti e stanziamenti già in essere, e questo anche grazie alle scelte oculate effettuate in un periodo di crisi epocale come quello in cui ci siamo trovati a operare. Un esempio recentissimo è la ratifica, da parte del Governo regionale, con Arap e Consorzio di Bonifica, dei primi interventi con il Masterplan, per 50 milioni di euro, finalizzati alla realizzazione della rete idrica per il Fucino. Non possiamo dire di aver fatto tutto bene, ma ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo sostenuto le fondamenta del Paese evitandone il collasso, quando gli artefici di danni esponenziali, pagati da tutti noi, hanno battuto in ritirata.
Oggi gli stessi si ripropongono con un ‘lifting’ che non cambia la sostanza delle loro azioni e, per restare nella nostra provincia, con personaggi che non solo non conoscono il territorio, ma non si degnano neanche di farsi vedere, ora in campagna elettorale, figuriamoci dopo. Fanno il paio con altri, improvvisati, che propinano alle platee delle lezioncine imparate a memoria con contenuti tanto fumosi da lasciare perplessi. Noi ci siamo e ci mettiamo la faccia, le competenze e l’impegno. I problemi risolti o in via di risoluzione sono tanti, ma tanto ancora c’è da fare. Non affidiamo il Paese e il nostro territorio a una politica che per decenni ne ha fatto solo terra di conquista, tentando pure di snaturarlo e devastarlo con progetti che nulla avevano a che fare con la vocazione delle nostre terre, o a “principianti per caso” che rischiano, in particolare in questo momento storico, di fare danni difficilmente sanabili”.