Avezzano. E’ stato condannato perché componente della “banda della Golf”, sgominata da polizia e carabinieri. Un gruppo criminale, secondo l’accusa, specializzato nell’assalto a portavalori, guardie giurate e supermercati. Severa, di Rendinara, frazione di Morino, è rinchiuso nel carcere romano di Regina Coeli, fermato insieme ad altre sette persone. L’operazione è stata portata a termine a gennaio dalla squadra mobile di Roma, nell’ambito di una attività investigativa coordinata dalla procura della Repubblica della capitale.
La sentenza è stata emessa nei confronti di Domenico Severa, 61 anni, di Morino, che ha ottenuto gli arresti domiciliari. Una batteria di rapinatori vecchio stile che lasciavano come firma l’auto utilizzata per i colpi, una Golf. Otto i provvedimenti di custodia cautelare eseguiti a gennaio dello scorso anno dalla Squadra mobile in collaborazione con i carabinieri. Un’attività complessa, frutto di intercettazioni, pedinamenti e rilievi scientifici.
Il marsicano, secondo l’accusa, aveva fatto parte, se pur per un solo colpo, del gruppo criminale specializzato nell’assalto a portavalori, guardie giurate e supermercati. L’uomo, rinchiuso nel carcere romano di Regina Coeli, è stato processato dai giudici del Tribunale penale di Roma. Durante il processo sono stati ricostruiti gli aspetti dell’operazione. Il pm, al termine dell’arringa, ha chiesto 11 anni e sei mesi di carcere. Il difensore del 61enne, Antonio Milo, ha chiesto le attenuanti per il suo assistito non avendo partecipato a tutti colpi ma solo a quello del supermercato di Tor Bella Monaca. Era accusato di associazione a delinquere e nel corso delle indagini, condotte dalla sezione rapine della Mobile, è stato possibile ricostruire le mansioni di ciascun arrestato, ognuno con specifici ruoli. Gli assalti avvenivano sempre a volto travisato da scaldacollo e berretti, servendosi di armi e utilizzando per la fuga una Volkswagen Golf, l’auto preferita dalla banda. L’associazione criminale era stata promossa e diretta da Salvatore Centro, campano 48enne che gravitava nella capitale.
Secondo le indagini, si serviva di una base logistica nel quartiere di Tor Bella Monaca, sia per nascondere armi e capi d’abbigliamento (tra cui pettorine in dotazione alle forze di polizia), sia per progettare i colpi da eseguire nello stesso quartiere o in varie zone di Roma, dalla Tuscolana alla Casilina, fino alla Prenestina o ad Acilia. I colpi sono stati portati a termine tra agosto del 2016 e marzo del 2017. Sarebbero almeno otto le rapine messe a segno dagli arrestati e che hanno fruttato oltre 200mila euro.