L’Aquila. “Nell’interminabile telenovela sul dissesto finanziario della ASL aquilana, ci siamo recentemente soffermati sui responsabili della gestione economico/finanziaria, evidenziando che il responsabile della Unità Operativa Complessa preposta alla gestione del bilancio e della contabilità finanziaria, attualmente sospeso dal servizio senza stipendio per la durata di mesi sei, ha svolto per ben 10 anni quelle funzioni in qualità di incaricato ai sensi dell’articolo 15 septies del D.lgs. n. 502/1992, mentre lo stesso D.lgs. vieta nel modo più assoluto di preporre alle Unità Operative Complesse proprio i soggetti incaricati ai sensi del citato articolo 15 septies (telenovela, atto V)”. Lo ha dichiarato il presidente del Coranatos Antonio Santilli.
“Abbiamo anche acclarato dalla visione del relativo curriculum (telenovela, atto VI), che il soggetto preposto alla direzione di tutti i servizi amministrativi della ASL (compreso il servizio finanziario), ed attualmente Direttore generale f.f., non ha mai partecipato in tutta la sua vita professionale ad un concorso per dirigenti.
Apprendiamo oggi che lo stesso dirigente attualmente preposto alla UOC Bilancio e Risorse Finanziarie avrebbe conquistato posizione dirigenziale in insanabile violazione di precise norme di legge da cui è stabilito che l’utilizzazione delle graduatorie concorsuali è consentita entro tre anni dalla loro approvazione, che nel caso di specie è avvenuta con deliberazione n. 892 in data 21 maggio 2019, mentre l’assunzione di questa figura dirigenziale è stata effettuata in data 15 luglio 2022 con deliberazione n. 1327, cioè quando la validità della graduatoria era irreversibilmente scaduta. Insomma l’Unità Operativa alla quale è ascrivibile la mancata rilevazione del dissesto finanziario progressivamente accumulato dalla ASL aquilana è stato sempre retto e vigilato da questi dirigenti.
IL PIANO DI RIENTRO DAL DISASTRO FINANZIARIO
Non dobbiamo pertanto stupirci di talune inconsistenti, se non pericolosamente temerarie, ipotesi di riduzione del deficit, enunciate nella deliberazione del Direttore generale f.f. numero 1452 del 7 luglio 2025: di quello stesso soggetto, cioè, che in veste di Direttore amministrativo non si accorgeva dell’incombente disastro!
A parte una interminabile teoria di “buone intenzioni” e di ipotesi di riassetto organizzativo del tutto fantasiose e prive di qualsivoglia fondamento tecnico ed operativo, in questa fase ci limiteremo ad esaminare talune enunciazioni e proposte che, se attuate, non solo destituirebbero di ogni fondamento gli stessi principi di universalità, umanità ed indiscriminazione alla base del SSN, ma rasenterebbero perfino il confine tra il lecito e l’illecito, anche per aspetti di rilievo penale:
- A proposito della possibilità di ottenere da ditte fornitrici consistenti riduzioni dei costi, la manovra n. 6 del piano di rientro afferma che per quanto concerne la fornitura di taluni beni e servizi la ASL “ha individuato nuovi fornitori che riconosceranno condizioni economiche più vantaggiose rispetto alle attuali”. Da tanto si desume che non si sa a quale titolo la ASL, ancor prima di attivare le relative gare di appalto, già avrebbe contattato e recepito offerte da parte di non meglio individuati aspiranti fornitori;
- Nel corpo della manovra n. 7 la proposta si prefigge di provvedere alla “organizzazione dei servizi attualmente internalizzati e precedentemente affidati a Cooperative”: ci sta forse dicendo la ASL che pur avendo internalizzati dei servizi si è dimenticata di organizzarli?
- Nel corpo della manovra n. 8 e 11 la ASL si prefigge la “razionalizzazione e rimodulazione di tutti i servizi non sanitari sulla base della rivalutazione configurazionale dell’Azienda ai fini dell’efficientamento funzionale e della riduzione dei costi”: ci avete capito qualcosa?
Resta fermo che a seguire si precisa che il risparmio stimato complessivo si aggirerebbe sui 2 milioni di euro: ottimo risultato se solo fosse comprensibile in quale modo il processo di razionalizzazione e rimodulazione saprebbe produrlo.
- Evitando di soffermarci su una serie di altre voci e manovre che comporterebbero analisi estese, non possiamo mancare di esaminare ipotesi dirompenti in quanto incidono direttamente sulla qualità dell’assistenza sanitaria.
La ASL si prefigge di ridurre notevolmente la spesa farmaceutica e territoriale, nonché di ottenere economie di scala, riducendo costi direttamente connessi alla qualità dell’assistenza sanitaria ed alla gestione delle problematiche di salute dei cittadini.
E con senso di orrore che, in riferimento ai servizi essenziali e primari di emergenza sanitaria, di Pronto Soccorso, di terapia intensiva e di rianimazione, la proposta di rientro si prefigga:
- di ridurre i posti di terapia intensiva degli ospedali di Sulmona e Castel di Sangro “con conseguente consistente riduzione delle spese correnti”;
- Di pretendere dal Pronto Soccorso di Castel di Sangro il “rispetto del budget farmaci negoziato” (dunque, si guardino bene i medici del P.S. dal dispensare farmaci fuori budget!);
- Di pretendere dal P.S. del P.O. di Sulmona UDITE, UDITE: “riduzione richieste consulenze interne” (magari se c’è un sospetto di infarto meglio evitare di chiamare i cardiologi!);
- La “Riduzione trasfusione pazienti cronici” (se sono cronici lasciamoli morire!);
- La “Riduzione posizionamento accessi venosi per dialisi e pazienti oncologici” (inutile sprecare soldi per trattamenti in favore di chi è condannato a morire!);
- La “Riduzione delle richieste di esami endoscopici per emorragie digestive in pazienti stabili” ( se si presume che siano stabili, che muoiano pure dissanguati se all’improvviso si destabilizzano!).
Per non tacere
- della ipotesi dell’“incremento dei ricoveri presso l’Hospice Casa Margherita, in modo da ridurre la spesa farmaceutica e diagnostica nei reparti medici per cure inappropriate”: come se nei reparti medici si decidesse l’erogazione di cure inappropriate nei confronti di persone affette da gravi malattie, che meritano dunque di essere ghettizzate nell’anticamera dell’obitorio!
- Dell’annuncio “si prevedono, inoltre, misure per il contenimento dei costi dei farmaci grazie al non utilizzo di farmaci biologici o oncologici”: che muoiano pure gli ammalati di cancro!
- Della “riduzione del numero di controlli e/o calibrazioni eseguiti per ogni seduta analitica” al fine di ridurre “il consumo di reagenti” in riferimento, “in particolare, alle sedute con piccoli numeri che hanno costi di base elevati rispetto alla qualità delle prestazioni”. Il che equivarrebbe a dire: evitiamo di calibrare le apparecchiature di laboratorio, tanto anche se i risultati delle analisi risulteranno falsati, comunque avremo ridotti i costi!
E mentre la mannaia si rovescia sulle strutture periferiche, guarda caso l’eccellenza aquilana è proprio intoccabile, con buona pace del Presidente della Regione e delle forze di maggioranza che ci hanno regalato l’aumento delle imposte e che continuano a sostenere l’eccellenza della gestione di chi ci ha portato nel baratro.
Confidiamo anche che i Sindaci del Centro Abruzzo facciano sentire la propria voce con forza e fermezza a fronte di questo ennesimo attacco da parte aquilana che non fa altro che confermarci nella determinazione di staccarci da questo capoluogo di Provincia”.