L’Aquila. “Ben venga la stabilizzazione degli operatori del comparto, ma questo intervento non risolve il problema della carenza di personale che si attesta sempre oltre le mille unità. Il processo di stabilizzazione dei precari, inoltre, è stato avviato dall’ex manager Rinaldo Tordera ed è ancora in corso”.
Il segretario provinciale della Uil Fpl Antonio Ginnetti replica così alle dichiarazioni del direttore generale facente funzione della Asl n1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila Simonetta Santini che ha annunciato a breve la stabilizzazione di circa 140 operatori del comparto, aprendo a settembre a un incontro con i sindacati.
La Uil Fpl infatti da tempo chiede un tavolo per affrontare la problematica delle dovute spettanze economiche non corrisposte ai lavoratori riferite agli straordinari e alle indennità arretrati e alla produttività collettiva dovuta per gli anni 2015-2019. Nei giorni scorsi inoltre è stata presentata alla direzione della Asl una piattaforma unitaria Cgil, Cisl e Uil di confronto sindacale con la richiesta di una contestuale apertura di un tavolo di trattative.
“Accogliamo favorevolmente la disponibilità a un incontro”, aggiunge Ginnetti, “per questo siamo disponibili già da domattina. Aprire il tavolo a settembre, tuttavia, espone i lavoratori al rischio concreto di non prendere neppure un euro di incentivazioni per quest’anno”.
“Per quanto riguarda invece l’operato degli ultimi mesi dalla direzione generale”, precisa, “possiamo affermare che è stato fatto poco o niente, tranne mettere delle pezze a colori in estemporanea”.
In risposta poi alla nota dell’Anaao che nei giorni scorsi ha evidenziato come la mancata nomina del manager della Asl sia un problema marginale, Ginnetti sottolinea che “la Uil Fpl è il sindacato dei cittadini e dei lavoratori, il primo all’interno della Asl per numero di iscritti e quando evidenziamo un problema lo facciamo anche per pungolare l’amministrazione e spronarla a fare di più”.
“Non capiamo perché replichi un sindacato”, conclude il segretario provinciale, “quando dovrebbe invece rispondere nel merito l’azienda sanitaria. Questo ci desta alcuni dubbi, ma come disse Andreotti ‘a pensare male degli altri è peccato, ma spesso si indovina’”.