Canistro. “Colella non ha diritto ad imbottigliare l’acqua della sorgente Fiuggino, non è più tollerabile una campagna disinformativa di queste dimensioni. Ora basta!”. A replicare a Colella il Sindaco di Canistro dr. Angelo Di Paolo e l’assessore competente Ugo Buffone. “Siamo stati avvisati alle 7 di mattina della giornata di lunedì scorso che i mezzi di escavazione effettuavano lavori nei pressi della sorgente. Abbiamo chiamato il tecnico del Comune e i carabinieri, i quali all’esito del sopralluogo verbalizzavano la presenza di una ditta che affermava di eseguire dei lavori di mera manutenzione. Esortiamo Colella a non replicare interventi sui pozzetti e sulle condutture apportando modifiche allo stato dei luoghi senza ottenere prima le necessarie autorizzazioni. L’ordinanza del Tar non gli consente di imbottigliare e ciò per più di un motivo. Va, anzitutto, precisato, che il concessionario di allora, già dal 1978, constatando la scarsità della portata, decise di spostare l’attenzione sulla più cospicua sorgente Sant’Antonio Sponga, talché, per un periodo, l’acqua della fonte Fiuggino è stata utilizzata solo per scopi termali, abbandonando sin da allora l’emungimento, come, peraltro, ha fatto lo stesso imprenditore Colella, che, dal 2007 non ha mai imbottigliato da tale sorgente. Ma poiché costui continua a informare l’opinione pubblica di voler imbottigliare dalla Fiuggino invitiamo chi vuole rendersi conto dell’effettiva portata della sorgente a visitarla, trovandosi la stessa poco dietro la Clinica INI, in un bellissimo contesto naturalistico, così da rendersi conto dell’esiguità della fonte. Per riempire una bottiglia da mezzo litro di acqua preveniente da Fiuggino si impiegano, oggi , mediamente 58 secondi, e non siamo certo ora nel periodo di magra! Dunque, cosa si vuole imbottigliare? E allora finiamola con il prendere in giro i lavoratori e con la disinformazione!”.
Il Comune rappresenterà tale situazione nel giudizio di merito pendente avanti al TAR, per il tramite degli avvocati Salvatore Braghini e Renzo Lancia. Gli stessi precisano che “la commistione delle acque è espressamente vietata dalla legge e dalla determina di rinnovo della concessione del 2007, che prevede anche la salvaguardia dell’attuale uso idro-potabile della sorgente che alimenta un fontanile. Dimostreremo in giudizio che la portata della sorgente, che nel marzo del 2016, in occasione del sopralluogo effettuato, si attestava intorno a 5 secondi/litro è attualmente ben al di sotto del limite di sfruttabilità delle acque minerali sorgive, che per legge non deve essere inferiore a 1 l/s”.
Gli esponenti del Comune e gli avvocati, incaricati di esaminare anche la questione del marchio, chiedono altresì di rivedere l’utilizzo disinvolto del marchio Santa Croce, essendo quest’ultimo associato dal consumatore all’acqua minerale della Fonte Sant’Antonio Sponga di Canistro (paese denominato anche “Santa Croce”), che ha caratteristiche chimico-fisico ed organolettiche ben diverse sia dall’acqua Fiuggino sia dall’acqua di Castelpizzuto (IS), ora in commercio, tanto da rendere assai problematico l’acquisto consapevole dei fustelli che recano quel marchio. Ciò tanto più che il Ministero della Salute ha richiamato la società in parola per aver immesso sul mercato un lotto di bottiglie sotto il marchio Santa Croce con una presenza di muffa che supera i limiti fissati dal D.Lgs. 08.10.2011 n. 176, come si evince da cartelli affissi in alcuni centri commerciali . In questo clima di tensione una nota positiva è data dalla decisone del Giudice del lavoro di Avezzano, che ha concesso la provvisoria esecutività a beneficio dei lavoratori della ex Santa Croce, ingiungendo all’imprenditore Colella di corrispondere immediatamente il TFR dagli stessi maturato, e la mensilità di settembre 2016, cosicché, anche per questi lavoratori, sarà possibile festeggiare un Natale degno con le proprie famiglie.