Avezzano. “Venti grammi d’argento – Erberto dal Paese al Don”, Valletta Edizioni è la storia di Erberto Mascioli, la storia di un ragazzo nato a Collelongo il 26 aprile del 1915, tre mesi dopo il terremoto che distrusse Avezzano e la Marsica e un mese prima che l’Italia entrasse nella Grande Guerra. Un viaggio nel tempo grazie a sette cartoline e tre sue lettere scritte e inviate tra il 1937 e il 1942 mentre indossava la divisa grigioverde da alpino nel Regio Esercito, la riscoperta della dura vita contadina del Paese a cavallo tra gli anni 30’ e 40’ del secolo scorso e della tragedia della Seconda Guerra Mondiale sul fronte Greco-Albanese e su quello Russo. Quei pezzi di cartoncino sdrucito e quelli di carta leggerissima, delicata e azzurrina che si utilizzava nella posta per via aerea, erano l’unico mezzo per rinsaldare i legami con chi era al Paese e sui fronti dove si combatteva.
Erberto era caporal maggiore, faceva parte della Divisione Julia nel 9° Battaglione Alpini L’Aquila, le sue vicende in grigioverde e quelle che si susseguono al Paese viaggiano nel libro sullo stesso binario che però, per definizione, non può far convergere le rotaie parallele: ad aprile Erberto è in Albania e combatte avanzando con la Julia verso la Grecia mentre al Paese si portano le pecore in montagna per lavarle nell’acqua del fossato Rio, a ottobre Erberto è in Russia nel bosco di Witebskij a meno di dieci chilometri dal Don mentre al Paese si vendemmia per fare il vino. Da un lato il contatto con la morte, dall’altro il rinnovarsi della vita nelle stagioni che si rincorrono: due rotaie che procedono di pari passo.
La storia di un’intera generazione travolta dalla guerra, di un modo di vivere e di un Paese che non esistono più.
Erberto Mascioli muore a 27 anni il 22 dicembre del 1942 sulla neve di quota 204.6 davanti al fiume Don, a Ivanovka. Lo Stato gli assegna la Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione: “Comandante di squadra mitraglieri di compagnia alpina duramente impegnata contro forze nemiche preponderanti dava prova di capacità e valore. Caduto il tiratore, si poneva egli stesso all’arma e continuava il tiro, non esitando a porsi allo scoperto per poter meglio battere nuclei nemici infiltratisi sul fianco. Esaurite le munizioni e conscio, di fronte al nemico ormai irrompente, nella impossibilità di un ripiegamento per i pochi superstiti della squadra, affidava la mitragliatrice ad un dipendente perché la portasse in salvo su una posizione retrostante, e con un pugno di eroici alpini, si immolava gloriosamente in strenua lotta, sulla posizione affidatagli”. La presentazione ci sarà venerdì alle 18, nella sala Consiliare del Comune di Avezzano. Parteciperanno: Gianni Di Pangrazio – Sindaco di Avezzano, Massimo Iacobucci – Comandante del 9° Reggimento Alpini L’Aquila, Gabriele De Angelis – Assessore del Comune di Avezzano, Luigi Salucci – Autore, Presentazione del libro a cura del professor Mario Di Berardino. Modera Eliseo Palmieri – Addetto stampa del Comune di Avezzano