Avezzano. Il centro celebra il centenario del terremoto del 1915 con uno speciale di 24 pagine che sarà in edicola martedì mattina. Giornalisti, storici e studiosi hanno dato il loro contributo per realizzare un memorial tra ieri e oggi. L’inserto è stato presentato questa mattina nella sala consiliare del Comune di Avezzano alla presenza dei rappresentanti istituzionali, del direttore de Il Centro, Mauro Tedeschini e degli studenti del Liceo Classico “Alessandro Torlonia”. “Abbiamo raccontato delle storie, degli aneddoti, e abbiamo anche approfondito degli argomenti scottanti”, ha commentato Domenico Ranieri, responsabile della redazione di Avezzano del quotidiano Il Centro che insieme al collega Roberto Raschiatore ha curato lo speciale, “l’inserto è in fase di completamento e uscirà martedì. Ringraziamo i ragazzi, gli storici, i giornalisti, il comitato organizzatore, il comitato di Celano per l’impegno profuso”. Nello speciale troveranno spazio delle interviste alle persone che direttamente o indirettamente hanno vissuto il terremoto e degli approfondimenti sui personaggi che si sono distinti durante i soccorsi. “Oggi è fondamentale la partecipazione dei giovani che hanno la possibilità di riscattare questa terra”, ha precisato il sindaco Gianni Di Pangrazio, “quando si ricordano i drammi, quando si ricordano momenti così difficili sembra che quel mondo che c’era qualche anno fa non ci sia più. Dobbiamo però riscoprire quei valori troppe volte dimenticati. Oggi dobbiamo capire che qualsiasi situazione difficile può essere superata se c’è la forza e si può andare avanti come fecero le nostre nonne che si rimboccarono le maniche e rilanciarono la nostra Marsica”. Nello speciale si parlerà anche della sicurezza troppo spesso tralasciata durante la realizzazione di edifici pubblici e privati. “Da parte delle istituzioni è d’obbligo dare la possibilità ai ragazzi di stare in scuole sicure”, ha affermato il presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio Del Corvo, “l’edilizia della fine del secolo scorso ha avuto un impatto diverso rispetto a quella più recente. La memoria però è venuta meno e a fine anni 60’ si è iniziato a costruire nel lassismo. Penso al palazzo della Regione che è crollato. Essere sensibili sia nel momento di studio, sia nel futuro lavorativo è un modo per rispettare le tante vittime del terremoto”. Alle parole di Del Corvo ha fatto eco una studentessa del Torlonia Chiara Iulianella. “Ho avuto la possibilità di scoprire le strutture antisismiche del Giappone”, ha sottolineato, “come mai dopo 100 anni una scossa ha raso al suolo paesi interi?”. Del Corvo non ha potuto fare a meno di spiegare alla giovane che: “”purtroppo non c’è memoria di quello che il terremoto fa e per questo poi ci si ritrova con interi palazzi a terra”. Fondamentale, quindi, è la prevenzione come ha ricordato anche il capo servizio della redazione dell’Aquila de Il Centro, Giustino Parisse. “Ho chiesto ad amministratori passati se c’è stata mai una discussione sulla prevenzione sismica all’Aquila e mi è stato risposto di no”, ha dichiarato Parisse, “in città si è fatto di tutto e nessuno ha mai pensato al terremoto. Io temo che non solo non ci ha insegnato nulla il terremoto di Avezzano, ma neanche quello dell’Aquila e che si stia ricostruendo senza la consapevolezza vera che bisogna pensare alla sicurezza”. Dello stesso avviso anche l’onorevole Filippo Piccone secondo il quale: “serve soprattutto una cultura della sicurezza, magari con quale incentivo perché dal momento che la scarsa memoria non ci aiuta dobbiamo essere tutti più attenti per far coincidere serenità e cultura”. Un grande insegnamento durante il periodo post terremoto lo ha dato don Orione esempio per tutta la Marsica. “La Chiesa nella persona del vescovo oggi”, ha affermato don Antonio Chiarilli, “e di don Orione prima è impegnata nella Marsica prima con i gli orfani e poi con i giovani”. A concludere i lavori è stato il direttore de Il Centro Tedeschini soddisfatto per il segnale dato al territorio con questo speciale. “E’ importante che voi ragazzi conosciate cosa era Avezzano prima del terremoto e quanti giovani come voi morirono nel convitto o andarono a combattere in guerra”, ha sottolineato rivolgendosi ai giovani presenti, “la storia di un paese è scandita dalle grandi tragedie. Mi ha colpito sapere quanti morti ci furono in paesi come Ortucchio, dove morirono 456 in una chiesa. Questo vi dà l’idea anche di cosa era l’Abruzzo prima dello spopolamento. La nostra libertà è dovuta alla sicurezza. E la sicurezza è data dalle regole, che purtroppo in Italia non riescono a passare. In una società multietnica come questa l’unico modo per convivere è darci delle regole. Per evitare il ripetersi di queste tragedie abbiamo bisogno di regole da rispettare in modo trasparente. Ma devono essere norme limpide e chiare”.