San Vincenzo. “La mia colpa è che avrei dovuto andarmene”. E’ quello che dice il sindaco Giulio Lancia, arrestato nell’inchiesta della Dda di Napoli sulla Cpl Concordia e sui i rapporti con i clan dei Casalesi per la metanizzazione in comuni del Casertano, intervistato qualche settimana fa con una telecamera nascosta dal giornalista di “Servizio Pubblico” Sandro Ruotolo, ammettendo di fatto di essere stato messo in stretto contatto con esponenti della malavita campana nell’ambito del suo incarico alla cooperativa. Nel video girato nella sua stanza in municipio affermava: “Mi dissero che Antonio Piccolo doveva essere il mio referente per gli appalti, se immaginavo chi fosse? La mia colpa è che avrei dovuto andarmene”.
Il sindaco della Valle Roveto Giulio è stato posto agli arresti domiciliari su ordinanza del giudice per le indagini preliminari. La misura cautelare gli stata notificata ieri all’alba dai carabinieri di Napoli. Tra gli altri arrestati ci sono il presidente della coop Concordia, Roberto Casari (già ai domiciliari per il caso Ischia), Giuseppe Cinquanta, Antonio Piccolo, ex responsabile commerciale Lazio-Campania-Sardegna, il subappaltatore della coop, e Antonio Piccolo, il costruttore Claudio Schiavone. Ai domiciliari, oltre a Lancia, l’altro dirigente Pasquale Matano.
Per quello che riguarda il futuro del Comune e dell’amministrazione, spetterà ora al prefetto dell’Aquila, Francesco Alecci, sbrogliare la matassa. L’ipotesi legate a un incarico pro tempore al vicesindaco Sabrina Martinelli sembra non percorribile perché l’attuale assessore comunale non potrebbe presiedere l’assise comunale. Infatti la Martinelli si era dimessa da consigliere in modo da essere nominata assessore esterno e, allo stesso tempo, lasciare un posto libero al primo dei non eletti, permettendogli di sedere tra i banchi della maggioranza. Anche alla luce di questa ipotesi, però, la situazione resterebbe complessa. Infatti nei giorni scorsi, proprio alla luce delle vicende giudiziarie, era stata presentata dai consiglieri comunali Danilo Maria Vernarelli, Renato Boccia e Simone Romanelli una mozione di sfiducia per il sindaco Lancia perché le sue vicende giudiziarie a loro avviso sembra danneggiassero l’immagine del Comune e della comunità. Qualora il consiglio continuasse il proprio percorso guidato dal vicesindaco, dovrebbe comunque fare i conti con la mozione di sfiducia e i consiglieri sarebbero lo stesso chiamati a votare la fiducia per un sindaco che non sarebbe più tale.