Tagliacozzo. “Un’indagine solida”. Così l’ha definita il procuratore della Repubblica di Avezzano, Andrea Padalino, in conferenza stampa questa mattina insieme al sostituto procuratore Roberto Savelli, titolare delle indagini, al comandante dei carabinieri della compagnia di Tagliacozzo, Edoardo Commandè e con i comandanti regionali dell’Arma e della guardia di Finanza, oltre al maresciallo Romano. Nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla procura della Repubblica di Avezzano, l’indagine ha portato all’arresto del sindaco Maurizio Di Marco Testa, sull’affidamento di appalti pubblici. La procura ipotizza reati che vanno dalla tentata concussione, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture alla falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale. L’inchiesta è iniziata nel 2011 ed è proceduta a ottobre scorso con l’acquisizione di atti in municipio da parte dei carabinieri della compagnia di Tagliacozzo. Ha portato all’arresto di altri amministratori, liberi professionisti e imprenditori.
LE ACCUSE A UN MILITARE. Durante la conferenza stampa, il procuratore Padalino, ha evidenziato che in conversazioni telefoniche sono state lanciate accuse con offese di incompetenza a un militare che stava indagando sulla vicenda. “Durante le indagini”, ha affermato, “si sono verificati degli incidenti spiacevoli perché abbiamo captato delle intercettazioni in cui gli indagati si sono scagliati contro la polizia giudiziaria che stava operando, cercando in tutti i modi di bloccare le indagini. Al capitano dei carabinieri, Edoardo Commandè, era stato anche detto di intervenire sul maresciallo Romano perché non era imparziale”. Poi continua “non tollero che ufficiali di polizia giudiziaria vengono fatti oggetti di epiteti volgari. Dalle intercettazioni è emersa una sistematica opera di diffamazione e ho pensato di restituire l’onore che non hanno mai perso questi militari.
LA DENUNCIA DI UN CONSIGLIERE. “Questo tipo di indagini”, ha spiegato il procuratore, “prendono sempre le mosse o in denunce delle opposizioni (se non sono anonime) o da imprenditori che si sono sentiti ingiustamente esclusi da gare. Abbiamo infatti ottenuto anche la collaborazione di un assessore della maggioranza”. Il riferimento è al consigliere Alfonso Gargano, che sembra essere l’autore degli esposti. “In alcuni casi”, afferma Padalino, “possono anche essere animati da interessi privati, ma deve essere chiaro che quando viene interpellata la Procura per procedere alle indagini, si viene a creare un unico fine: ripristinare la legalità violata.
IL GIALLO DELLE AUTO. “Per quanto riguarda l’episodio dell’incendio delle auto”, afferma il procuratore, “ero intervenuto in precedenza per sedare gli animi della popolazione tagliacozzana che dava per assodata la tesi di un attentato. Ribadisco, come allora, che al momento non sono sorti elementi che lasciano addurre ad un atto doloso”, aggiunge Padalino, “c’è da dire, addirittura, che nelle intercettazioni, si ascolta quasi un commento positivo del Di Marco Testa in relazione all’evento, in quanto lo si ascolta affermare che l’incendio giunge a proposito, in vista della campagna elettorale”. Spiega ancora il procuratore, “queste intercettazioni mi hanno lasciato molto amareggiato. Ovviamente, nel corso delle indagini sulle auto, verrà garantita la massima imparzialità e professionalità per arrivare ad una maggiore chiarezza. Il perito ha richiesto sessanta giorni di tempo, per cui a breve si dovrebbero avere i risultati”. Conclude “C’è da dire, comunque, che in questi casi, se veramente stiamo parlando di un atto doloso, dovrebbe essere la vittima stessa ad aiutare le forze dell’ordine nella risoluzione del caso, indicando almeno qualche sospetto. Penso sia impossibile che un sindaco non abbia nemmeno il pensiero su chi possa essere stato. A meno che, poi, non si tratta di un dispetto. Tutto è possibile, certo, ma ciò renderebbe le indagini sicuramente molto difficili per risalire al colpevole.
LE IMMINENTI ELEZIONI. “Né io, né il sostituto Savelli abbiamo conoscenza dell’area politica degli accusati. Da una coincidenza, le indagini si sono manifestate alla vigilia delle prossime elezioni amministrative. Tuttavia, non potevamo aspettare che si andasse al voto, perché in caso si sarebbe dovuta interrompere l’attività in atto, qualora i candidati fossero stati tra gli accusati”.
UN FENOMENO DILAGANTE IN MARSICA. “Questo tipo di reati”, ha spiegato il procuratore, “vede la popolazione poco sensibile, ma questi fatti sono altrettanto devastanti rispetto ad altri tipi di criminalità perché costringono imprese oneste a non lavorare e spesso la giustificazione che si dà e che si vuol far lavorare imprese locali. Ma in questo caso non erano necessariamente del posto”.
Ha aggiunto che “vengono favoriti i singoli progettatisi. I fatti, di non particolare gravità”, ha però aggiunto Padalino, “sono identicamente commessi in una percentuale consistente in tanti comitati italiani. Le modalità operative che ho trovato sono identiche a quelle trovate in tanti altri comuni. Ci troviamo di fronte a un fenomeno immane. Il comune di Tagliacozzo non costituisce un’eccezione purtroppo. Sono comportamenti molto diffusi. In alcuni casi abbiamo già materiale sufficienti per poter indagare in altri comuni della Marsica”. Il procuratore ha aggiunto che “dopo la notizia di queste indagini sono pervenuti molti esposti da altri comuni”. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Roberto Verdecchia, che difende il sindaco, Franco Colucci, Paolo Novella, Alessandro Fanelli, Antonio Milo e Vittoriano Frigioni.
(p.g. – r.c.m.)