Sante Marie. Arresti domiciliari per Massimo Grossi, lo zio che ha accoltellato il nipote: li sconterà nella casa parrocchiale.
Il gip convalida l’arresto ma concede i domiciliari in canonica, Grossi lascia il carcere. Il giudice riconosce la complessità del caso: l’uomo sconterà la misura in una casa parrocchiale con braccialetto elettronico.
Massimo Grossi, dunque, torna in libertà, seppur vigilata. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avezzano, dottoressa Daria Lombardi, ha convalidato l’arresto del 62enne accusato di tentato omicidio ai danni del nipote, ma ha disposto per lui la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, da eseguirsi presso la canonica della chiesa di Sant’Antonio da Padova a Tremonti di Tagliacozzo.
Una decisione che segna una svolta nel caso, dopo l’interrogatorio di garanzia che si è svolto nella mattinata di ieri nel carcere di Avezzano e che è durato circa un’ora. Un colloquio intenso ma composto, durante il quale l’indagato si è difeso con fermezza, respingendo ogni accusa di aggressione volontaria, e ribadendo di aver agito per difendersi dalla furia del nipote tossicodipendente, che lo avrebbe colpito con uno sgabello e con violenti pugni al volto, provocandogli lesioni multiple, tra cui la frattura del setto nasale.
Difesa decisa: “È stato un caso di legittima difesa”
Assistito dagli avvocati Roberto Verdecchia e Carla Vitale, Grossi ha ricostruito i fatti dinanzi al giudice, spiegando il contesto di paura e tensione in cui è maturata la lite, nata da un tentativo del nipote di impossessarsi di una somma di denaro custodita in casa. Somma che sarebbe dovuta servire, il giorno dopo, per pagare la retta mensile della madre anziana – e nonna dell’aggressore – ospite in una struttura assistenziale.
Il pubblico ministero Chiara Lunetti ha cercato di mettere in difficoltà l’indagato, ipotizzando un’aggressione premeditata. Ma, secondo quanto riferito, sia la dinamica dei fatti che i precedenti penali del nipote, già condannato nel 2012 per continue e documentate aggressioni nei confronti dello zio e della nonna, avrebbero rafforzato la tesi della difesa: un palese caso di legittima difesa, se non addirittura un eccesso, in una situazione di grave pericolo personale.
Scarcerazione con misura cautelare alternativa
La difesa aveva avanzato tre opzioni: la scarcerazione immediata, in subordine l’obbligo di dimora nei Comuni di Sante Marie e Tagliacozzo, e in ulteriore subordine gli arresti domiciliari presso la canonica della parrocchia di Tremonti, la cui disponibilità era stata già offerta dal parroco. È stata accolta proprio quest’ultima ipotesi, che consente all’uomo di ricevere assistenza sanitaria nel vicino presidio ospedaliero e di vivere in un ambiente protetto.
Un uomo provato ma lucido: “Preoccupato per mio nipote”
Durante l’interrogatorio e nel colloquio con i suoi difensori, Grossi si è mostrato lucido, provato ma profondamente umano. Più volte ha chiesto notizie sullo stato di salute del nipote Fabrizio, che resta ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Avezzano. “Prego per lui, spero che si salvi”, avrebbe detto tra le lacrime. Nonostante gli anni di sofferenze e violenze, lo zio non ha mai smesso di sperare in un cambiamento.
Solidarietà crescente a Sante Marie
Intanto a Sante Marie cresce il sentimento di vicinanza nei confronti di Massimo Grossi. In molti parlano apertamente di un uomo che ha sopportato per anni l’insopportabile, provando più volte ad aiutare un nipote segnato dalla dipendenza e dalla rabbia, senza mai riuscire a ricostruire un rapporto sano. Ora, in attesa degli sviluppi processuali, la comunità lo guarda con rispetto, e non con giudizio.