Avezzano. Il pugile avezzanese Ivan Di Berardino, 34 anni, è stato arrestato con un’ordine di custodia cautelare emesso dal giudice del tribunale di Cassino Angelo Valerio Lanna con l’accusa di estorsione. Insieme a lui sono finiti in manette Marco Lucantoni, 40 anni, di Avezzano, e una ragazza romena. I fatti risalgono al mese di luglio e le indagini sono andate avanti fino a ora permettendo ai militari dell’arma della compagnia di Cassino di presentare un fascicolo alla magistratura. I carabinieri hanno raggiunto il campione dei pesi massimi nella sua abitazione di Avezzano e lo hanno portato via. Dopo un primo momento di agitazione, durante il quale ha impugnato un coltello di cucina minacciando gesti autolesionisti, non ha opposto resistenza ed è stato accompagnato in caserma per i riti del caso. Lucantoni era stato arrestato a luglio a Pontecorvo, nel Frusinate, mentre era in compagnia di un sedicenne di Tagliacozzo. In quella occasione non era sfuggita ai carabinieri la presenza di Di Berardino sul posto che era stato identificato e denunciato perché alla guida senza patente.
Di Berardino, con un passato burrascoso, sembrava stesse chiudendo con il passato e con precedenti penali risalenti a prima del 2011. Negli ultimi anni non aveva avuto più a che fare con la giustizia aveva cercato di ricostruirsi una vita dedicandosi ai cavalli e all’attività sportiva a cui aveva dedicato passione e tempo. Aveva ottenuto ottimi risultati nella categoria dei pesi massimi ed era proiettato verso la sfida per il campionato italiano. Fino a oggi aveva messo al tappeto numerosi avversari ed era ancora imbattuto dopo 5 incontri da professionista sul ring. L’arresto per estorsione segna una battuta d’arresto nella sua carriera pugilistica. Di Berardino e gli atri due arrestati sono difesi dall’avvocato Antonio Pascale. Il pugile è stato rinchiuso nel carcere San Nicola di Avezzano, mentre agli altri due arrestati sono stati concessi gli arresti domiciliari.