L’Aquila. La svolta ieri sera a Sant’Elia Fiumerapido dove i carabinieri hanno fermato un quarantenne che vive nella frazione di Valleluce nel caso legato alla morte di Diana Zahaire. L’uomo ha ammesso le sue responsabilità ed è ora agli arresti domiciliari.
Ha anche ricostruito la dinamica dell’incidente che ha provocato la morte di Diana Zahaire, la giovane artista rumena, travolta ed uccisa lungo la superstrada Cassino-Atina, lo scorso 12 settembre.
L.S., quarantenne di Sant’Elia Fiumerapido, da ieri sera è agli arresti domiciliari. I carabinieri della Compagnia di Cassino e della stazione di Sant’Elia Fiumerapido sono riusciti a risalire alla sua identità dopo quasi venti giorni di indagini, grazie ad una serie di elementi ed alle telecamere di videosorveglianza situate lungo la strada a scorrimento veloce.
L’uomo ha riferito di non aver potuto evitare l’impatto con la giovane donna e di essere fuggito in preda al panico. Non ha spiegato il motivo per cui non si è consegnato nemmeno nelle ore successive. A concedere il beneficio degli arresti domiciliari, in attesa del processo, è stato il magistrato Emanuele De Franco. Il quarantenne è difeso dall’avvocato Emilio Roncone.
Le indagini da parte dei carabinieri della Compagnia di Cassino sono state indirizzate fin da subito nei confronti dei pendolari che, quotidianamente, percorrono la statale per raggiungere le fabbriche della zona, le quali aprono proprio alle prime luci dell’alba.
I resti del veicolo repertati sul luogo dell’impatto hanno consentito di individuare il modello di auto, un’utilitaria italiana di colore scuro, e i numerosi controlli incrociati di tutte le informazioni raccolte e delle immagini delle telecamere presenti lungo la statale hanno permesso l’individuazione del conducente il quale, quando si è visto i carabinieri alla porta di casa, ha confessato l’accaduto.
L’auto, con ancora chiari i segni dell’impatto, è stata sequestrata e messa a disposizione della Procura di Cassino. Il lavoro dei carabinieri ha restituito tranquillità alla cittadinanza, notevolmente turbata dall’accaduto, che ora può finalmente dare un nome al responsabile del decesso della giovane donna.