L’Aquila. “Non ho notizie dirette sulle cause della tragedia, so che non si tratta di gente inesperta, ma di conoscitori della montagna, una ipotesi potrebbe essere il cedimento dell’ancoraggio dove erano in sosta, visto che i due sfortunati scalatori sono precipitati entrambi. Ma sono valutazioni che non troveranno mai conferma, perché in questi casi non è prassi fare indagini, peraltro molto difficili. Solo loro possono sapere”.
C osì la guida alpina dell’Aquila Agostino Cittadini, scalatore da oltre 35 anni e grande conoscitore del Gran Sasso, sulla tragedia avvenuta sulla montagna abruzzese dove sono morti due alpinisti che stavano scalando una parete difficile. “Sono situazioni tragiche che purtroppo possono capitare – spiega all’ANSA – non si dovrebbero verificare, ma accadono anche coloro che fanno alpinismo e verificano con razionalità i comportamenti. Sono rischi oggettivi per chi fa alpinismo: a mio avviso non c’entra il maltempo o l’improvviso cambiamento climatico. Erano scalatori non improvvisati, gente esperta, non credo che la tragedia sia dovuta alla inesperienza. È stata una fatalità causata da cattive valutazioni”, ripete Cittadini che tra le altre cose ha al suo attivo l’apertura di una via nuova in Pakistan dedicata a due amici morti in montagna, Stefano Imperatori e Alberto Bianchetti Cittadini chiude con un invito ai giovani, sottolinea, non collegato assolutamente alla tragedia di oggi.
“I ragazzi”, spiega, “devono affrontare la montagna preparandosi sia tecnicamente sia fisicamente con una guida esperta, non passare direttamente dalla arrampicata sportiva all’alpinismo reale”.
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