Avezzano. Aspetta l’ex moglie fuori dall’ufficio, le sferra un colpo alla gola e poi la pugnala alle spalle puntando al cuore. La Corte d’Appello dell’Aquila conferma per l’uomo la condanna a 10 anni di reclusione per tentato omicidio.
I fatti risalgono al 13 febbraio del 2007 quando l’architetto Carlo Scoccia, 75 anni, ha aggredito l’ex moglie, Adalgisa Patriarca, tentando di ucciderla. La Patriarca lavorava all’Ufficio del registro di Avezzano e lì il professionista ha deciso di aspettarla. Quando la donna è uscita dal retro se l’è ritrovato davanti. Inizialmente le disse che voleva solo parlare della loro relazione giunta ormai al capolinea, ma poi la situazione cambiò.
I due erano soliti iniziare a discutere e battibeccare anche fuori dall’ufficio della donna a pochi metri dalla Guardia di Finanza. Per questo, anche i colleghi che li videro parlare tra loro animatamente non diedero peso alla cosa e andarono via. Ma quel giorno non si trattava di una delle tante discussioni tra due ex coniugi.
Nel giro di qualche minuto, infatti, i toni si accesero, Scoccia accecato dalla rabbia iniziò ad alzare la voce e poi improvvisamente tirò fuori un taglierino con il quale colpì la donna. Prima un colpo alla gola e poi un fendente alla schiena, vicino al cuore. L’ex moglie cadde a terra agonizzante, senza riuscire a chiedere aiuto. L’uomo resosi conto dell’accaduto si allontanò sconvolto e subito dopo si andò a costituire al commissariato confessando quello che era accaduto.
A prestare soccorso alla donna fu poi un infermiere in pensione che si trovava nei paraggi. La vide a terra e subito intervenne salvandole la vita. L’architetto venne arrestato immediatamente e dai suoi racconti emerse che era molto scosso a causa della separazione e non si era ancora rassegnato a perdere la moglie. I due infatti erano separati da un mese e forse proprio quell’allontanamento lo aveva spinto a compiere un gesto così brutale.
Il tribunale di Avezzano nel 2019 condannò il professionista a 10 anni di reclusione per tentato omicidio. Il movente, secondo quanto emerso dalle indagini, era legato proprio a questioni passionali riguardanti il rifiuto della ex a riconciliarsi con lui, ma venne esclusa la premeditazione. L’uomo venne anche condannato dal collegio del tribunale di Avezzano a pagare una provvisionale di 80mila euro.
A distanza di quattro anni, la Corte d’Appello dell’Aquila, presieduta da Armanda Servino, a latere Laura D’Arcangelo e Silvana Grillo, ha confermato la sentenza del tribunale di Avezzano condannando a 10 anni l’architetto Scoccia e a una provvisionale di 80mila euro. La parte civile era rappresentata dall’avvocato Franco Colucci.