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Archeologia e fotovoltaico a Celano: 4 anni di confronto. Incontro all’auditorium

Redazione Attualità di Redazione Attualità
27 Febbraio 2016
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Celano. Domani alle 17 all’Auditorium Fermi di Celano, nell’ambito del programma “Fucino 2016. Archeologia a chilometro zero”, si svolgerà l’incontro “Archeologia e impianto fotovoltaico: quattro anni di confronto”. Saranno presentati i risultati delle campagne di scavo condotte preventivamente dalla Soprintendenza Archeologia dell’Abruzzo nell’area interessata dalla realizzazione di un grande impianto fotovoltaico, nelle località Pratovecchio e Paludi. Il tema ”archeologia preventiva e opere pubbliche” è di grande attualità e viene qui affrontato al termine di un intervento durato quattro anni (2011-2015), durante i quali l’applicazione degli articoli 95 e 96 del D. Lgs. 163/2006 ha consentito un’efficace azione di tutela. La realizzazione dell’impianto fotovoltaico, ha portato infatti alla preventiva scoperta di importanti insediamenti e necropoli di epoca preistorica, protostorica e romana, posti lungo le sponde del lago Fucino. Dal 2011, con finanziamenti del Comune di Celano sono stati effettuati oltre seicento saggi preventivi che hanno interessato una superficie di circa 28 ettari; successivamente si è proceduto allo scavo di differenti aree, con il coinvolgimento di decine di archeologi, collaboratori e tecnici. La prima fase dell’intervento, concentrata nella località pannelli fotovoltaiciPratovecchio, ha riportato alla luce una necropoli di epoca romana (I-III sec. d.C.), nella quale sono state recuperate 260 tombe.
Tra queste, hanno restituito corredi con monili in oro le sepolture di fanciulle morte precocemente: orecchini, anelli e collane accompagnavano le giovani defunte. In alcuni casi, le tombe sono state riutilizzate più volte, dopo aver sistemato i precedenti resti in cassette di legno. Sulla stessa area sono stati individuati anche i resti di precedenti frequentazioni, sia di età neolitica che eneolitica; a quest’ultima appartengono quattro sepolture, di cui una prelevata intera, ancora nella terra, che sono in corso di studio nell’ambito di un progetto internazionale che porterà anche alla identificazione del DNA.
In un altro settore dello scavo, prossimo alla Circumfucense, nella località Paludi, è stato scavato un edificio con vari ambienti che conservano le suspensurae, ossia le colonnine in mattoni che rialzavano il pavimento per consentire il passaggio dell’aria calda al di sotto. Adiacente a questa zona, ma fortemente compromesso da canali di varie epoche e da una fitta vegetazione, è stato rinvenuto un edificio rustico, del quale sono stati individuati gli spazi destinati agli animali, in particolare le porcilaie, riconoscibili per la loro pianta rettangolare stretta e allungata. Una parte dell’edificio principale, nonostante l’abbondante presenza di acqua di falda, che ha reso particolarmente difficile tutte le operazioni di scavo, è stata protetta e lasciata in vista, così come la strada di epoca romana (decumano), sulla quale affacciava. Questa antica viabilità conserva l’orientamento antico e costituisce un segno visibile dell’organizzazione territoriale e del paesaggio di epoca romana lungo le sponde del lago.
Attività di tutela e valorizzazione dei beni archeologici, ricadenti nel territorio di Celano, sono invece previste nell’accordo quinquennale stipulato tra Soprintendenza e Comune, con l’utilizzo di una parte dei proventi derivanti dal funzionamento dell’impianto fotovoltaico. Saranno pubblicati gli esiti delle ricerche archeologiche, restaurati i manufatti e organizzata una mostra; mentre nei prossimi mesi sono previste visite guidate alle aree rese fruibili al pubblico.Altre iniziative saranno illustrate nel corso dell’incontro di domenica. Il confronto tra l’archeologia preventiva e l’opera pubblica ha prodotto pertanto numerosi risultati; la procedura ha mostrato le grandi potenzialità esistenti nella proficua collaborazione tra istituzioni pubbliche, particolarmente necessaria ed auspicabile in un territorio complesso e ricco come la Marsica, in cui il rispetto delle competenze e dei ruoli garantisce la tutela del patrimonio archeologico.

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