Luco dei Marsi. Si inaugura oggi alle 17 la mostra archeologica “La riva delle dee. Divinità femminili lungo il Fucino” presso l’ex municipio di Luco dei Marsi in collaborazione tra la Soprintrendenza per i beni archeologici dell’Abruzzo e l’Amministrazione Comunale. L’evento si svolge nell’ambito delle Giornate Europee del Patrimonio: manifestazione ideata nel 1991 dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea con l’intento di potenziare e favorire il dialogo e lo scambio in ambito culturale tra le Nazioni europee. Un percorso lungo un lago che oggi non esiste più è il motivo che ispira e guida l’esposizione; il bacino del Fucino fu infatti prosciugato a metà dell’Ottocento, dopo i tentativi portati avanti, nel I-II sec. d.C., dall’imperatore Claudio e poi da Traiano e Adriano. Un cippo di confine, recuperato nell’alveo dell’antico bacino lacustre, scandisce i tre settori del territorio che su di esso convergevano: Alba Fucens, Angitia (Luco dei Marsi) e i Marsi, che si riconoscono nel capoluogo Marruvium (San Benedetto dei Marsi). In questi tre ambiti tornano le immagini e le parole delle dee femminili che sul lago protendevano le loro capacità e la loro protezione: divinità differenti, sia nelle forme artistiche nelle quali sono a noi giunte che nelle espressioni rituali che le contraddistinguevano. Il percorso affida a immagini e parole di epoca classica la trasmissione di una sensibilità variamente vissuta e proposta, dai tratti a volte ancora non del tutto noti, ma comunque portatori di un sistema di comunicazione simbolica operante all’interno sia di contesti religiosi e sacri che privati. Dall’antica colonia di Alba Fucens, la selezione di statue rappresentanti Venere introduce in una dimensione più intima e privata, in cui l’immagine della dea viene utilizzata soprattutto per scopi ornamentali, in giardini e residenze di lusso. Coniugano austerità e sinuosa armonia le tre eccezionali statue rinvenute nel santuario di Lucus Angitiae: la dea seduta in trono, in terracotta, e le due in marmo di scuola rodia del II sec. a.C., rappresentanti Cerere e Afrodite, esprimono l’adesione a forme artistiche di particolare pregio. Una statuetta in marmo municipium di Marruvium mostra la presenza di divinità alle quali non è stato possibile dare un nome, mentre soltanto delle parole segnalano il culto della Bona Dea; affidate a un piccolo vaso in marmo, sembrano suggerire quel mistero, completamente femminile, che ha sempre contornato i riti e le prescrizioni che informavano le pratiche sacre a lei dedicate. A collegare queste presenze, che incarnano i variegati aspetti del mondo femminile e le sue prerogative che la sfera divina esalta, è la riva del prosciugato lago Fucino: un luogo ancora oggi profondamente ancorato ai cicli della natura dalla quale ricava sussistenza e sulla quale incardina il proprio futuro, capace di stimolare interessi e aspettative verso progettualità condivise di stringente attualità. La collaborazione tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo, cha ha di recente curato anche la messa in sicurezza e le opere di valorizzazione del santuario di Angizia, il Comune di Luco dei Marsi, realtà pubbliche e private – GAL Gran Sasso Velino, Provincia dell’Aquila e Associazione Antiqua – e alcuni sponsor ha permesso di ricucire intorno a questa riva la trama delle relazioni, umane e divine, che cesure profonde provocate da eventi distruttivi hanno in parte interrotto: un compito affidato, per il tramite di tutte le persone coinvolte, all’archeologia e alla sua capacità di essere parte attiva nel connettivo sociale del vissuto quotidiano.
Orario apertura
martedì/giovedì 10.00-13.00
venerdì/domenica 10.00-13.00 e 16.00-19.00
Informazioni e prenotazione visite guidate alla mostra e al santuario di Angizia
tel. 366/9615633 (Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo)
tel. 0863/5061 (Comune Luco dei Marsi)