Ortucchio. Apre la mostra “Dal canale di Ortucchio alla necropoli romana” nel Castello Piccolomini di Ortucchio, promossa dall’Associazione Culturale “Quelli di Archippe”. La mostra, che sarà inaugurata domani alle 18, è frutto di un intervento di archeologia preventiva effettuato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo a partire dall’estate 2010,allorchè il Comune di Ortucchio doveva realizzare un canale per la messa in sicurezza del versante montano, tra il costone roccioso “Ara dei Lupi” fino al “Rio di Lecce”, che scorre a sud del paese di Ortucchio verso la bonifica del Fucino.Le ricerche archeologiche condotte dalla Cooperativa Geoarcheologica Limes di Avezzano, hanno riportato alla luce una necropoli di tombe a camera e a fossa scavate nel banco naturale, che si inserisce in un’area già frequentata durante l’età del Bronzo.La mostra nasce proprio dalla volontà di condividere le nuove scoperte archeologiche, sia con la comunità locale che con un pubblico più ampio, subito dopo la conclusione dello scavo. Allo scopo di offrire i risultati raggiunti e comprendere l’importanza dell’intervento archeologico, in particolare nelle fasi preventive legate alla realizzazione di un’opera pubblica, al fine di evitare la distruzione incontrollata dei beni che è possibile invece salvaguardare.Il Castello Piccolomini di Ortucchio, una pregevole sede risalente al Quattrocento, affacciata direttamente sull’antico lago Fucino, oggi prosciugato, è la sede ideale per ospitare i nuovi dati archeologici di questa area della Marsica.La particolarità delle tombe, databili al II-I secolo avanti Cristo, è legata alla presenza di reperti del corredo dell’inumato e del vasellame necessario ai congiunti per consumare il pasto commemorativo (silicernium) al di fuori della tomba.Questi oggetti testimoniano brani di vita altrimenti non ricostruibili e anche la volontà di assicurare una continuità con le usanze e le abitudini di cui, al momento della morte, si facevano garanti anche i congiunti. Infatti all’esterno della tomba, è stato sempre rinvenuto un ripostiglio contenente abbondante vasellame integro (piatti, olle, brocche) utilizzato per consumare il banchetto in ricordo del defunto, che poi veniva lasciato in loco. Una consuetudine,quest’ultima, testimoniata anche da poeti e scrittori dell’epoca e che, in Abruzzo, rivive ancora nelle tradizioni del pranzo con i parenti a casa, vissuto come momento di saluto e di condivisione del lutto.Nella mostra sono esposti alcuni dei materiali già restaurati, con l’intenzione di suggerire gli spazi originali e ricreare le suggestioni e le emozioni che coinvolgono gli uomini di ogni tempo.La riproduzione in grandezza naturale della tomba n. 5 consente di apprezzare le caratteristiche di una sepoltura doppia, interamente scavata nei limi sabbiosi di origine lacustre.
La mostra è stata realizzata grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo, il Comune di Ortucchio, l’Associazione “Quelli di Archippe” e la Cooperativa Geoarcheologica Limes, con il contributo della Fondazione Carispaq.
La mostra è aperta fino al 2 settembre tutti i giorni.h.:10,00-12,30;16,00-
Per informazioni e visite guidate: tel. 347/6250076 – 349/8310916 – 347/1955787