Pescina. “Nel delicato momento emergenziale che viviamo dovremmo riflettere sull’importanza di avere un efficiente sistema sanitario e ripensarne quindi, in chiave migliorativa, il suo modello sul territorio facendo tesoro dei gravi errori commessi nel tempo perché la Sanità è il biglietto da visita di uno Stato che tale voglia definirsi”. Questo l’appello del consigliere provinciale, Gianluca Alfonsi, per far riattivare subito i servizi dell’ospedale di Pescina.
“È una fase quella attuale, in cui le persone e i territori “fragili” divengono sempre più “fragili” e le aree interne sono certamente tra di queste”, ha continuato Alfonsi, “in questa logica ho fatto appello qualche giorno fa al presidente della Regione Marsilio perché utilizzi in emergenza appieno le strutture sanitarie pubbliche esistenti sul territorio come gli ospedali di Pescina e Tagliacozzo e in questa ottica trasferisca il reparto di geriatria dell’ospedale di Avezzano presso il “Serafino Rinaldi” di Pescina che nel recente passato era vocato a tale specializzazione tanto da ipotizzarne la costituzione di un polo geriatrico.
Nel reiterare tale accorato appello che proviene, forte, dal territorio chiedo al presidente e al presidente della Commissione Sanità il consigliere regionale Quaglieri che mi ha già assicurato un forte impegno in tal senso e al consigliere regionale Angelosante, facendo leva anche sulla loro sensibilità di medici, di riattivare, con immediatezza, i sospesi servizi di pronto soccorso e quelli ambulatoriali presso la struttura di Pescina. Giova ricordare che il territorio è composto da piccole comunità i cui abitanti sono prevalentemente ultra sessantacinquenni che hanno bisogno di assistenza soprattutto in questo momento.
Le richieste particolari condizioni di sicurezza possono ben essere assicurate con un minimo investimento. Sarebbe un bel segnale verso gli abitanti delle aree interne che riempirebbe finalmente di contenuto gli impegni elettorali presi in tal senso con il comprensorio. È ora di invertire la rotta: non più vedere gli interventi in materia sanitaria, con visione ragioneristica, come meri costi ( e anche in questa accezione l’utilizzo del presidio di Pescina costituirebbe una corretta opera di efficientizzazione visti gli investimenti nel tempo atti) ma considerarli degli investimenti anche come deterrente per lo spopolamento delle zone montane; perché avere dei servizi sanitari efficienti è dirimente se continuare a vivere in queste aree o emigrare altrove! Dai momenti negativi si può trarre forza e consapevolezza per fare finalmente ciò che in normalità non si è mai fatto. È il momento di agire se lo si vuole”.