L’Aquila. In Abruzzo una proposta di legge regionale randagismo. Lav, Enpa e Lndc (Lega nazionale per la difesa del cane) ascoltate oggi in Consiglio regionale. Le associazioni si augurano che siano accolte le loro richieste di modifica, in caso contrario ci sarà la certa bocciatura della proposta al Consiglio dei Ministri. Durante ll’incontro tenutosi mercoledì, presso il Consiglio regionale a L’Aquila, alla presenza dei consiglieri regionali Nicoletta Verì ed Alessandra Petri, Lav, Enpa e Lega Nazionale per la difesa del cane hanno sottolineato le gravi criticità della proposta di legge “Norme sul controllo del randagismo, anagrafe canina e protezione degli animali d’affezione” dei consiglieri Verì, Pietri, Chiavaroli e Caporale già approvata in commissione e i profili di incostituzionalità della stessa per l’evidente contrasto con la normativa nazionale e con il Codice penale ed è emersa la disponibilità di apportare modifiche significative in particolare riguardo ai contestati articoli che prevedono l’uccisione su richiesta del proprietario del proprio cane o gatto da parte di un veterinario e la possibilità di abbattimento dei cani “inselvatichiti”.
La proposta di legge che doveva essere discussa martedì 15 ottobre introduce, infatti, la possibilità di effettuare la soppressione eutanasica degli animali da affezione su richiesta del proprietario “e per fondati motivi di ordine sanitario e/o sociale”.
“Tale previsione è incostituzionale in quanto è in contrasto sia con la L. 281/91 Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo e con l’articolo 544 – bis del codice penale che punisce con la reclusione fino a quattro anni chiunque per crudeltà o senza necessità cagiona la morte di un animale.” – dichiarano le associazioni – “L’articolo 544-bis del codice penale non prevede distinzione tra animale proprio e animale altrui, né particolari modalità impiegate per causarne il decesso. L’eutanasia è un atto medico veterinario e non può essere decisa dal proprietario neppure per motivi di ordine sanitario e sociale. La legge è molto chiara cani e gatti possono essere soppressi solo se gravemente malati, sofferenti e con prognosi infausta oppure se di comprovata pericolosità e non per generici motivi di ordine sanitario e sociale. Motivi di ordine sociale potrebbero essere difficoltà economiche, incapacità di gestire l’animale, il fastidio dell’abbaio oppure della semplice presenza di animali.
Anche la possibilità di abbattimento prevista per i cani inselvatichiti è stata duramente criticata dalle associazioni, i cani inselvatichiti sono cani e pertanto ricadono nella normativa nazionale per la protezione degli animali d’affezione che prevede indennizzi per gli allevatori e non certo l’abbattimento degli animali. “Una nuova legge sul randagismo dovrebbe fare positivi passi avanti sulla tutela degli animali e non reintrodurre misure che oltre a essere in contrasto con la normativa nazionale, sono inaccettabili e prive di fondamento scientifico.” Il randagismo si combatte in primo luogo con la sterilizzazione degli animali e la promozione delle adozioni a opera delle associazioni di volontariato aspetti che, in contrasto con la normativa nazionale, la proposta di legge depotenzia prevedendo che i cani ricoverati nei canili sanitari possano invece che debbano essere sottoposti a sterilizzazione chirurgica e non prevedendo la presenza obbligatoria delle associazioni all’interno delle strutture gestite dai privati.
“Il presidente del consiglio regionale e i consiglieri tutti, devono fare un atto di responsabilità anche alla luce delle elezioni che sono alle porte.” – concludono le associazioni – “Ci auguriamo che il consiglio uscente non voglia essere ricordato come il consiglio “ammazza cani”.