Avezzano. I responsabili della Sezione Marsicana del G.E.M.A. (Gruppo Ecologico Micologico Abruzzese) – ONLUS, hanno riscontrato, nel corso delle loro escursioni micologiche nelle pinete del territorio marsicano, una straordinaria produzione di Clitocybe amoenolens, il fungo passato alle cronache ormai da qualche anno per le gravi conseguenze che ha provocato a chi lo ha consu-mato.
Purtroppo è un fungo che viene spesso e facilmente scambiato con altri della famiglia Cli-tocybeae commestibili quali Lepista inversa e Lepista gilva. Da testimonianze delle persone intossi-cate è stato anche scambiato con Pleurotus eringy (la famosa cardarella / ricella). E’ un fungo dall’aspetto invitante perché dal profumo soave (da cui il nome), perché abbastanza grande e di una certa carnosità. Cresce in cerchi nelle ns. pinete ove è presente anche il cedro. Si tratta di una specie dal colore variabile (anche in funzione dell’età) dal beige-carnicino al bruno-castano. Il mar-gine del cappello è involuto (ripiegato verso l’interno). Le lamelle sono bianche con riflessi carnicini che tendono a sbiadire. Il gambo è centrale, chiaro poi concolore al cappello, inizialmente pieno poi midolloso-fibbroso. Carne bianca, consistente, immutabile con odore caratteristico, forte e grade-vole.
La pericolosità di C. amoenolens deriva anche dal fatto che potrebbe non dare alcun sin-tomo nella prima ingestione, ma, essendo dose dipendente, raggiunta una soglia di tollerabilità da parte del consumatore, causa la cosiddetta sindrome acromelalgica, che colpisce il sistema nervoso con conseguenze devastanti per il fisico. Il consumo di tale specie non provoca sintomi precoci di tipo gastroenterico. I sintomi insorgono tardivamente, oltre le 48 – 72 ore dall’ingestione (ciò ne favorisce il consumo ripetuto) e la loro gravità è in relazione alla quantita di funghi mangiati ed al loro ripetuto utilizzo.
I sintomi sono riassumibili in dolori alle estremità dei piedi e delle mani, di tipo urente e del tipo “scossa elettrica”, o “punture di spillo” , anche a livello dei talloni, delle ginocchia, alla gola, al naso ed ai padiglioni auricolari. I dolori sono accentuati dal caldo e dal contatto delle len-zuola, specie agli arti inferiori e non rispondono ad alcun tipo di analgesici, vengono leniti esclusi-vamente dal freddo. La durata della fase acuta può protrarsi fino a quaranta giorni, dopo di che i sintomi tendono progressivamente a ridursi. Consapevoli dell’importanza di salvaguardare la salute dei cittadini e considerando che l’Ispettorato micologico, preposto al controllo dell’edibilità dei funghi raccolti dai cittadini, non è più funzionante nella Marsica (qualche anno fa, nelle stesse analoghe condizioni di pericolosità, su segnalazione dell’allora incaricato, Dott. Stefano Maggi, fù emanata un’ordinanza comunale che vietava addirittura la raccolta di funghi nella pineta del concentramento), i responsabile del G.E.M.A., in via del tutto eccezionale e per una durata limitata alla crescita di tale fungo, assumo-no l’impegno di controllare le raccolte di coloro che vorranno recarsi presso la loro sede, in Avez-zano, Via M. Buonarroti, 10, dalle ore 18,00 alle ore 19,30. Ricordano inoltre che si stanno tenen-do, sempre in sede, le lezioni per il conseguimento del permesso alla raccolta dei funghi epigei (tes-serino). Chi fosse interessato può telefonare al n. 3392850811.