Tagliacozzo. “Il mio assistito si è trovato nel posto sbagliato proprio durante un periodo di veleni politici”. Commenta così, l’avvocato Vittoriano Frigioni, la sentenza di assoluzione con formula piena da tutti i capi d’accusa di Gianpaolo Torrelli, l’allora responsabile dell’ufficio tecnico di Tagliacozzo.
“Nonostante fosse chiarissima l’estraneità del nostro assistito ai fatti contestati dalla Procura di Avezzano”, spiegano i difensori del professionista, Evelina Torrelli e Frigioni, “ci sono voluti ben 7 anni per dimostrare che l’ingegner Torrelli ha sempre operato con assoluta professionalità e nel pieno rispetto della normativa in materia di appalti pubblici e di procedimenti amministrativi. Già con la sentenza del dicembre 2018 il gup, Anna Carla Mastelli, aveva dichiarato il non luogo a procedere per ben 4 degli originari 6 capi di imputazione ‘perché il fatto non sussiste’. All’udienza di martedì il collegio ha assolto il nostro assistito con formula piena per i due residui capi di imputazione: l’uno ‘perché il fatto non sussiste’, l’altro ‘per non aver commesso il fatto’. Siamo riusciti a dimostrare che ha sempre e soltanto applicato la legge e ha dovuto difendersi perché ha rispettato e applicato esattamente la normativa sugli appalti. Purtroppo, il processo è scaturito dalla mancata conoscenza da parte degli inquirenti di tale normativa e da ‘interpretazioni’ inconferenti dedotte da intercettazioni non contestualizzate che, peraltro, per lo più non riguardavano Torrelli.
“È stato chiaramente un processo di matrice politica”, sottolinea l’avvocato Frigioni, “perché purtroppo negli anni 2014 e 2015 Torrelli, nella veste di responsabile dell’ufficio tecnico di Tagliacozzo, si è trovato a lavorare in un clima politico, quello tagliacozzano, inquinato da forti contrapposizioni politiche e da numerosissime denunce. Si è trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato”.
Secondo Frigioni, il processo, che ha portato alla condanna dell’ex sindaco Maurizio Di Marco Testa a tre anni e due mesi, e a quella dell’attuale consigliere Angelo Di Marco a due anni, “è stato caratterizzato da una grossa mole di carte contenenti congetture che sono rimaste prive di riscontro fattuale e giuridico, partito con misure cautelari gravose e titoli di giornale roboanti che si è man mano sgretolato e ridimensionato nel corso del dibattimento”.
Il collegio, presieduto dal Presidente del Tribunale, Zaira Secchi, ha saputo ben apprezzare l’operato professionale di Torrelli che, nel corso del processo e in tutti gli interrogatori resi, ha chiarito passo dopo passo la correttezza del proprio operato e la legittimità di tutti gli atti amministrativi adottati nel pieno rispetto delle norme di legge vigenti. La sentenza di assoluzione”, concludono i legali, “ha finalmente restituito a Torrelli – che, giova ricordare, ha dovuto subire illegittimamente ben 15 giorni di detenzione domiciliare, la dignità personale e professionale ingiustamente infangata dal processo mediatico che ha caratterizzato questa assurda vicenda”.
Appalti al Comune di Tagliacozzo, tre condanne e cinque assoluzioni in primo grado