Capistrello. Si è tenuta nei giorni scorsi un’udienza per il processo davanti al giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Avezzano a carico di amministratori ed ex amministratori comunali, oltre a tecnici e dirigenti, per le accuse di falso e di turbativa d’asta. Al riguardo sono stati ascoltati alla presenza del pubblico ministero Andrea Padalino l’ex assessore Francesco Piacente e l’ex sindaco Antonino Lusi del comune di Capistrello e un tecnico circa l’ipotesi accusatoria riguardo all’affidamento e al rifacimento del manto del Campo Sportivo.
Nell’articolo da noi pubblicato viene spiegato che gli indagati nella vicenda, ora divenuti imputati, erano numerosi e tra questi anche Di Battista, uno degli ex amministratori della precedente amministrazione Lusi. Il nome di Di Battista viene citato in maniera chiara e inequivocabile riguardo all’inchiesta del 2011-2012 e viene citato in quanto indagato in quell’inchiesta, indipendente dai reati per cui all’epoca gli inquirenti indagavano. Oltretutto, come già ribadito, Di Battista da indagato è divenuto imputato.
Sul caso interviene però Di Battista che contesta la professionalità e lo scarso senso etico dei giornalisti e della testata, e minaccia querele se nelle prossime udienze verrà reiterato il suo nome nella vicenda all’interno dell’articolo.
Inoltre Di Battista ha accusato i giornalisti che hanno pubblicato l’articolo di non saper fare il proprio mestiere, chiamando in causa l’ordine dei giornalisti.
Ha infine utilizzato un altro sito internet (che neanche aveva pubblicato la notizia del processo) a cui ha fatto pubblicare la sua posizione, accusando ancora gli altri giornali.
“La notizia“, afferma, “è stata riportata lasciando intendere, a chiunque l’abbia letta, che il sottoscritto fosse coinvolto e parte attiva nel reato contestato. Niente di più falso. Il sottoscritto non ha nulla a che vedere con il reato contestato di turbativa e falso per l’affidamento dei lavori per il campo sportivo. Pur riconoscendo al diritto di cronaca e di informazione”, continua Di Battista, “la prerogativa inviolabile della diffusione di notizie di interesse pubblico, ciò non mi impedisce di pretendere che tale servizio sia svolto con scrupolo e nel rispetto della verità, soprattutto quando notizie rimaneggiate o addirittura false gettano discredito gratuito a persone che nulla hanno a che vedere con i fatti di cronaca riportati”.
L’ex consigliere ha diffidato al riguardo la nostra redazione e chiunque altro “dalla reiterazione di tali notizie”, riservandosi “di adire alle vie legali nei confronti di chi in maniera leggera e con scarso senso etico ha fornito la notizia in termini strumentali”.
In realtà Di Battista, pur affermando di non avere “nulla a che vedere con il reato contestato”, citando sia il reato di turbativa, sia quello di falso, risulta e come imputato, insieme ad altre persone ed è attualmente sotto processo insieme agli altri per i reati di cui agli articoli 479 e 110, e cioè, giuridicamente parlando, per “Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici” e per il reato riguardante la “Pena per coloro che concorrono nel reato”, cioè per falso in concorso.
Scendendo più nel dettaglio, Di Battista, insieme agli altri, è sotto accusa perché in concorso morale e materiale con loro quali pubblici ufficiali dell’ente pubblico Comune di Capistrello, ovvero nelle rispettive qualità (nel caso di Di Battista come consigliere) agendo nello svolgimento delle loro pubbliche funzioni, nel formare un atto pubblico comunale costituito dalla delibera del Consiglio Comunale di Capistrello numero 22 del 26 novembre 2011, attestavano falsamente un fatto di cui l’atto era destinato a provare la verità e, più esattamente, davano atto di avere acquisito e preso visione del parere di regolarità tecnica”.
Secondo il capo d’accusa, però, “in realtà l’atto non esisteva, giacché il modulo di proposta di deliberazione risultava del tutto vuoto nella parte riservata al parere tecnico del responsabile del servizio interessato, mentre nella parte di competenza della Responsabile dell’Area finanziaria era indicata una dicitura (favorevole per quanto riguarda il mantenimento dell’equilibrio generale di bilancio. Si ritiene comunque opportuno considerare la necessità di destinare prioritariamente le disponibilità di risorse correnti al finanziamento del risanamento dell’ente) non recando tuttavia alcuna sottoscrizione in assenza della quale l’atto era giuridicamente inesistente”.
Riteniamo inopportuno, soprattutto in un periodo in cui c’è la caccia la giornalista e in un momento storico in cui tutti hanno in bocca il termine “fake news”, il tentativo di delegittimare una testata senza un motivo reale con ambigue, confuse e pretestuose prese di posizione.