Avezzano. Ha atteso tutto il pomeriggio ed è stata medicata solo dopo cinque ore. E’ quanto accaduto a una pensionata che si è rivolta al pronto soccorso di Avezzano. Questo però non è l’unico caso del genere che si verifica in uno dei pronto soccorso più affollato dell’intera regione. Secondo il primario, Ezio De Pratti, “questi tempi di attesa sono negli standard”, ma i cittadini non sono ovviamente soddisfatti delle code a cui sono costretti a far fronte. Proteste ci sono anche per i tempi improponibili all’ambulatorio di ortopedia dove per un controllo bisogna aspettare per ore. Al pronto soccorso è capitata la signora Giuseppina Di Loreto, pensionata di Civitella Roveto. E’ entrata intorno alle 15 ed è stata dimessa intorno alle 20. Il pronto soccorso di Avezzano assicura circa 40mila prestazioni all’anno, il primo in Abruzzo insieme a quello di Pescara. In estate, nonostante la presenza del pronto soccorso dell’ospedale di Tagliacozzo, fa fronte a circa duecento interventi al giorno e in media le prestazioni giornaliere si aggirano intorno alle 150, un dato costantemente in aumento. Per il direttore del pronto soccorso, Ezio De Pratti, il servizio oggi è efficiente. “E’ dotato di triage avanzato”, afferma, “e la codifica colore rispetta le tempistiche. Un codice verde”, sottolinea, “può attendere fino a sette ore. Molte persone purtroppo sono maleducate e vogliono tutto e subito, visto che ad Avezzano il pronto soccorso svolge visite gratuitamente e anche in codice verde non è ancora previsto il ticket. Inoltre, conclude, “le tempistiche dipendono anche dalle altre discipline specialistiche necessarie per la cura del caso”.
Problemi anche all’ambulatorio di Ortopedia. Paolo Fantauzzi, ex sindaco di Civita d’Antino, parla di “sequestro di persona collettivo”. “Si tratta di un’assurdità che si ripresenta tutte le mattine”, spiega, “ore di attesa per un semplice controllo. Purtroppo è capitato anche a me in diverse e ogni giorno la stessa situazione insostenibile. Molte persone decidono di andare via, altre sono costrette a restare”.