Avezzano. Il ricercatore e narratore di storia marsicana, Pasquale Fracassi, presenterà il libro “Anxa ed il Vescovo Pelino” sabato 30 ottobre 2021 alle ore 18 nella chiesa “San Michele Arcangelo” in San Pelino, una nuova e avvincente opera sulla storia antica Sanpelinese.
La trattazione è quella del vescovo Pelino il quale, nativo di Durazzo in Albania, fu vescovo di Brindisi e morì martire a Corfinio nel 363 d.C.. Il suo tempo è quello dell’imperatore Giuliano L’Apostata (361-363) e quindi dell’ultima persecuzione romana del cristiani. Il nuovo imperatore vuole ripristinare i vecchi culti pagani e vuole che tutti i cittadini ne onorino le divinità. Il che è inaccettabile per i cristiani. Pelino, monaco formatosi alla scuola del vescovo Basilio, viene in Italia insieme ai suoi discepoli Gorgonio, Sebastio e Ciprio, per difendere la fede con l’attività di apostolato. Sbarcato a Brindisi, è accolto con favore dal vescovo di quella città, Aprocolo, che lo inserisce nel clero della sua chiesa e decide di designarlo come suo successore.
Il Santo accetta e così accompagnato dai suoi discepoli e dallo stesso Aprocolo si reca a Roma per ottenere dal papa la prevista approvazione. Ai ritorno il corteo, guidato ora dal vescovo Pelino, giunge in una città chiamata Ansa. E qui in una località che era detta Terebinthus e cioè luogo del pistacchio, si ferma per una lunga sosta perché l’anziano Aprocolo muore e la sua morte libera l’energia misteriosa che dà inizio alla fase eroica della vita del Santo.
L’acqua usata per detergere il corpo del defunto diventa miracolosa e fa guarire schiere di ammalati e Pelino si trasforma dal buon pastore quale era stato fino a quel momento nel grande taumaturgo capace di polarizzare l’attenzione della gente con i suoi sermoni e i suoi prodigi. La popolazione è affascinata dal suo carisma e si converte. In soli cinque mesi innalza una chiesa dedicata ad Aprocolo e Pelino e questa chiesa lascerà poi il suo nome al paese. In definitiva, Pelino resta otto mesi con gli ansani dopo di che riprende il suo viaggio per la Puglia. Ebbene, ciò che nel libro si vuole dimostrare è che la località di Terebinto altro non è che una pertinenza della antica villa di Vitellio e che l’Ansa della leggenda altro non è che l’antica Anxa dei marsi anxani o anxantini il cui sito storico corrisponde al paese attuale di S. Pelino. Inoltre vuole ancora dimostrare che la scena illustrata in un noto bassorilievo di epoca claudiana rinvenuto nell’Incile corrisponde proprio a questa cittadina di Anxa accostata dalla sontuosa villa di Vitellio che, decantata da Plinio per le sua famose piantagioni esotiche, troneggia al centro della scena.
Un’occasione da non perdere per approfondire un capitolo della storia marsicana con l’autore di numerose e affascinanti opere di storia locale.