Avezzano. Urbanistica partecipata. Un processo di condivisione che parte dai desideri dei cittadini per ripensare i luoghi del vivere quotidiano. Da questi presupposti aveva mosso i primi passi il progetto “Antrosano per te”, un esperimento che ha visto coinvolti gli abitanti del piccolo centro della Marsica nel comune di Avezzano e l’allora studente di ingegneria Edile-Architettura a L’Aquila, Francesco Di Bucchianico. Grazie a dei questionari conoscitivi e alcuni incontri si sono messi a sistema problemi e valori fino ad arrivare al lavoro di tesi che verrà presentata in piazza arcobaleno questa sera alle 21. Dal momento della discussione sono passati due anni ma, davanti alle promesse, non ci si può tirare indietro. È un atto voluto e dovuto, un passaggio formale che vedrà la consegna del lavoro svolto direttamente nelle mani dell’associazione culturale e dei tantissimi antrosanesi che hanno partecipato in maniera attiva ai vari incontri. Durante la serata, organizzata dal Comitato Feste Antrosano, ci sarà un breve racconto di quello che è accaduto in quei mesi, l’esposizione della tesi, che individua buone pratiche e possibili sviluppi del centro abitato, la possibilità di ammirare alcune foto storiche e assistere alla proiezione del video-documentario del progetto “Antrosano per te” in cui gli abitanti raccontano e ricordano camminando.
A presentare la serata l’ Ing. Francesco Di Bucchianico, responsabile del progetto “Antrosano per Te” e conduttore di RadioDelta1, interverranno l’Arch. Fabio Andreassi relatore e docente di urbanistica presso l’ Università di Sassari, Italo Capoccetti Presidente dell’ Ass. Culturale Antrosano, che ha fortemente voluto questo laboratorio,Pierluigi Di Stefano consigliere del comune di Avezzano e tutti quelli che vorranno apportare un contributo con il loro pensiero e la loro esperienza. “L’ importanza di questo momento è innanzitutto sociale. Al di fuori del risultato del lavoro di tesi questo progetto ha mostrato come il cittadino può essere ancora il vero modificatore del proprio spazio. Sperimentando il dialogo e mediando con le capacità tecniche si può iniziare a pensare il vivere come azione attiva nei confronti dell’altro e dello spazio che ci circonda”.