Celano. Si è incatenato sotto il Palazzo Municipale di Celano, ed ha trascorso già due notti in tenda, perchè rimasto senza lavoro, Pietro D’Andrea, 48 anni, dipendente di una municipalizzata fallita a dicembre e di una società che ha continuato a prestare gli stessi servizi per il comune di Celano fino allo scorso mese di giugno. La mancanza del lavoro e i conseguenti problemi di una famiglia da mantenere alla base del gesto. “Ho una famiglia di cinque persone e tra poco dovrò portare i miei figli a mangiare alla Caritas”, ha detto D’Andrea per far comprendere il senso della sua scelta di protesta. Non intende desistere l’uomo e amareggiato porta all’attenzione della stampa il preoccupante silenzio e la mortificante indifferenza di una città che non vuole vedere, che non vuole reagire, che non vuole crescere. Non sono mancate le reazioni politiche e tra maggioranza e opposizione siamo al fuoco incrociato. I Consiglieri del PD Carlo Cantelmi, Antonello Di Stefano, Aniceto Ciaccia, Calvino Cotturone, Nazareno Tiberi e Daniele Bombacino con una dura nota chiariscono che quanto accaduto è la “dimostrazione visiva dei disastri di Piccone. È il risultato del fallimento della società municipalizzata – oggi in liquidazione – ampiamente previsto e più volte denunciato dall’opposizione, che ha fatto guadagnare decine di migliaia di euro al suo Direttore generale e lasciato centinaia di migliaia di euro di debiti ai cittadini, oltre che dipendenti precari costretti ad accettare l’elemosina da ditte esterne a cui il Comune ha affidato i servizi che erano della municipalizzata stessa. Il dipendente D’Andrea, continua la nota, come gli altri, non può certo tirare avanti da solo una famiglia con tre figli alle condizioni che gli vengono imposte e quindi è costretto a questo gesto estremo. Stiamo dicendo da anni, si legge infine, che Piccone e le sue scelte stanno uccidendo e distruggendo la nostra città, umiliata e svilita da una gestione padronale che è vergognosa e non degna della nostra storia. Celano deve ribellarsi a tutto ciò, a questo sistema ignobile che sta la sta affamando e che costringe a scegliere tra essere servi di questo padroncino o essere liberi ma discriminati”. A stretto giro arrivano i chiarimenti della maggioranza. “Pietro D’Andrea, si legge nel comunicato stampa, negli ultimi anni è stato alle dipendenze della Spm, Servizi Pubblici Marsicani, che gestiva tra gli altri servizi il trasporto scolastico per il Comune. Da quando tale società municipalizzata ha cessato le attività, in quanto in liquidazione, l’Amministrazione Comunale si è adoperata per garantire i servizi e contemporaneamente mantenere la continuità dei dipendenti.
A seguito della suddetta liquidazione, in un primo momento, nelle more della gara, i servizi sono stati affidati temporaneamente ad una società esterna che si è avvalsa dei dipendenti in carico alla Spm. L’Amministrazione Comunale anche in questo caso si è adoperata affinché la ditta appaltatrice confermasse i dipendenti in carico alla ex Spm. D’Andrea, a differenza degli altri che hanno accettato, ha rifiutato la proposta contrattuale avanzata dall’azienda, ricorrendo anche a metodi poco ortodossi di minaccia e di protesta, tali da provocare l’allontanamento del Direttore amministrativo della ditta e la conseguente interruzione di ogni possibilità di dialogo tra le parti. L’Amministrazione, quindi, si è sempre adoperata, tenendo conto delle varie esigenze, per la salvaguardia dei posti di lavoro e pertanto respinge categoricamente le accuse di disinteresse e di indifferenza”. (g.r.)