Civitella Roveto. È successo di nuovo. Questa volta sulla Strada regionale 82, tra Civitella Roveto e Canistro. E questa volta non si tratta di un orso confidente o problematico. Ma solo di un orso, che si trovava di notte in quello che per lui è un passaggio naturale. Un “corridoio” di collegamento tra un bosco e un altro, una montagna e un’altra.
Sono decine gli orsi bruni marsicani che popolano la Valle Roveto.
Qualche volta si fanno vedere e fanno anche qualche “danno”. Infilandosi dentro a pollai, stazzi e allevamenti, mangiando e facendo razzia di galline e altri animali. Sono già diverse le richieste di risarcimento avanzate al Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise che dopo attente verifiche avvia le pratiche. Perché grazie a una convenzione anche con la Regione Abruzzo da qualche tempo è possibile intervenire anche al di fuori del perimetro del Pnalm.
Se da un lato la prassi delle richieste di soldi dopo le “visite dell’orso” sono pratiche ormai conosciute, dall’altra chi incontra l’orso sulle strade continua a filmarlo. A seguirlo in auto, con i fari alti, mettendo in pericolo la propria vita e quella dell’animale. Perché, come si vede nelle ultime immagini registrate sulla Regionale 82, che attraversa la Valle Roveto, l’orso nella sua folle corsa si mette sulla carreggiata libera, dove potrebbe sopraggiungere un altro mezzo, uccidendolo.
Non sarebbe la prima volta che in Valle Roveto un plantigrado finisca contro un’auto, così come documentato in un nostro reportage dello scorso anno, in cui abbiamo raccolto tutti i video di imprudenti automobilisti che si improvvisano filmmaker per poi doffondere sui social le immaginide degli orsi disperati che corrono sulle strade.
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La presenza di alcuni esemplari di orso che si sono avvicinati in alcuni borghi della Valle Roveto, che sono immersi nel verde dei boschi, è stata segnalata già ai carabinieri forestali delle locali stazioni. La presenza dell’orso bruno marsicano è nota, studiata e sorvegliata. Si torna solamente a richiamare l’attenzione sull’importanza di non diffondere sui social le immagini che possano “localizzare” in tempo reale gli animali selvatici, segnalare i loro passaggi in modo imprudente per riuscire a tutelare la sottospecie, che è in via di estinzione e che merita la conservazione che permetta una convivenza pacifica con questi prezioni animali, simbolo dell’Abruzzo più selvaggio e indomito.